Italia: L’imprenditore Di Caterina racconta dei miliardi di tangenti alla sinistra del PD Penati |
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Domenica 24 Luglio 2011 13:11 |
Venti, trenta milioni di lire al mese versate a Filippo Penati per coprire le spese locali del partito. E’ quel che Piero Di Caterina, l’imprenditore di Sesto San Giovanni, titolare della Caronte, impresa operativa nel trasporto pubblico, ha messo a verbale un anno fa, definendosi ‘concusso’ e raccontando le ‘condizioni’ che sarebbe stato costretto ad accettare per lavorare. C’e’ anche questo nell’inchiesta su un giro di presunte tangenti per favorire interventi edilizi nelle aree ex Falck e Marelli che coinvolge il PD Penati, ex capo della segreteria politica di Pier Luigi Bersani, fino a qualche giorno fa vice presidente del Consiglio Regionale e in passato Presidente della Provincia di Milano e sindaco di Sesto San Giovanni,
indagato per corruzione, concussione e finanziamento illecito ai partiti. Finanziamenti che Di Caterina avrebbe elargito a partire dal ’94 fino al 2003 – si sospetta che la cifra versata sia maggiore di quella denunciata - dei circa 5 miliardi e settecento milioni complessivi in tangenti che sarebbero stati pagati a Penati dal costruttore Giuseppe Pasini per l’area ex Falck; poi, tra il 2008 e il 2010, tramite Binasco, che avrebbe versato a Di Caterina, per l’accusa su indicazioni sempre di Penati, altri due miliardi come caparra per l’acquisto, mai avvenuto, di un immobile dell’imprenditore sestese valutato a un prezzo molto alto. E assieme a Penati sono inquisiti a vario titolo, oltre 15 persone, tra cui l’ex capo di Gabinetto a Palazzo Isimbardi Giordano Vimercati, l’assessore sestese Pasqualino Di Leva, i due stessi imprenditori che hanno denunciato, per dirla con le parole di Di Caterina, ‘un ambiente paludoso’, due architetti legati alle coop, ed anche Bruno Binasco, amministratore del gruppo Gavio, arrestato nel ’93 in piena Mani Pulite per aver finanziato il Pci grazie a Primo Greganti.
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