Italia: Caso Marrazzo, rinvio a giudizio per otto persone |
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Giovedì 28 Luglio 2011 10:24 |
La procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio di otto persone coinvolte nell'inchiesta del presunto ricatto dell'ex presidente della Regione Lazio, il PD Piero Marrazzo, e sulla morte dello "spacciatore dei trans" Gianguarino Cafasso. Si tratta di quattro carabinieri già in servizio nella compagnia Trionfale (Nicola Testini, Luciano Simeone, Carlo Tagliente e Antonio Tamburrino), tre spacciatori e, per cessione di droga, la trans José Alexander Vidal Silva (detta Natalie), quest’ultima sorpresa con Marrazzo il 3 luglio 2009 nella casa romana di via Gradoli, quando fu girato un filmato al centro del ricatto.
Associazione per delinquere, omicidio volontario aggravato (quello di Cafasso il 12 settembre 2009), concussione, violazione della legge sulla droga, perquisizioni illegali, rapina e favoreggiamento i reati citati nel capo di imputazione per le otto persone rinviate a giudizio. Per l’omicidio Cafasso, la procura ha accusato formalmente Testini. Gli inquirenti lo ritengono responsabile di avergli ceduto "un quantitativo di droga di identità non esattamente accertata, consistente in una miscela di eroina e cocaina tale che ne risultava accentuata la potenziale lesività". Non solo, Testini e Tagliente sono accusati anche di una serie di rapine ai danni di alcuni transessuali commesse in occasione di altrettanti blitz nelle loro abitazioni, mentre erano in compagnia di clienti. Per il tentativo di commercializzazione del video realizzato in occasione del blitz è accusato il carabiniere Antonio Tamburrino. Nel febbraio scorso, a oltre un anno dallo scandalo che gli è costato la poltrona di presidente, Pietro Marrazzo era stato nuovamente fermato dai carabinieri a un posto di blocco mentre era in auto con un viado sudamericano alle tre di notte in via Tuscolana, a Roma. Dal controllo non era emersa alcuna irregolarità, mentre quattro mesi prima l'ex governatore era stato bloccato per un controllo mentre sfrecciava con la sua Lexus in via Bruno Bruni. Ma allora non aveva con sé né il libretto di circolazione né il tagliando assicurativo ed era stato multato. |