Italia: PD, PdL e tangenti, uguali o differenti? |
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Sabato 30 Luglio 2011 11:56 |
"Diversamente ladri”, ha ironicamente scritto una grande firma del giornalismo italiano per bollare il "doppiopesismo" che impera nel panorama politico italiano a proposito della oggettiva valutazione della marea montante di casi di corruzione e concussione quotidianamente portata all'attenzione della cronaca giudiziaria dalle inchieste della magistratura che vedono coiunvolti personaggi politici di destra e di sinistra. "Diversamente ladri" per dire che il medesimo fango ricopre entrambi i partiti PD e PdL: da una parte i casi degli onorevoli Papa, Milanese, ecc., dall’altro i casi di Penati, Pronzato, ecc... Le indagini giudiziarie si moltiplicano infatti in senso
trasversale e non risparmiano alcuno. Ma Bersani rivendica una diversità del PD rispetto al PdL. E allora Vittorio Feltri, ironicamente titola "Diversamenti ladri". Ha ragione Bersani oppure ha ragione Feltri? La differenza, forse, sta nei fatti conseguenti: gli esponenti PD colpiti da indagini si dimettono; quelli del PdL, tranne la lodevole eccezione del ministro Scajola, non si dimette. Il PD rispetta le inchieste dei magistrati inquirenti, il PDL li attacca. Le tangenti del PD vanno al partito, quelle del PDL alle singole persone o ad aree affaristiche. Per il resto, il rapporto patologico fra politica e affari investe tanto il PdL quanto il PD. Artefice principe di questa reticolo di casi è senza dubbio il PdL ma il PD può dirsi estraneo? Quale lotta politica, quale ostruzionismo, quale manifestazione, il partito di Bersani può rivendicare contro questa disciplina affaristica? E questo l’interrogativo che si deve porre il PD se vuole marcare la sua differenza rispetto al PDL. Il giudizio dell'opinione pubblica, però, ormai li accomuna entrambi: saranno anche diversi, ma fanno le stesse orrende cose. |