Marche: Manifestazioni Anci-Comuni contro i tagli indiscriminati ai servizi |
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Lunedì 29 Agosto 2011 20:27 |
“La manovra finanziaria del Governo nazionale non chiede un contributo, né una collaborazione e neanche un sacrificio alle Regioni, alle Province e ai Comuni: chiede di fatto che l’intero peso delle misure adottate ricada sugli enti locali e, dunque, che a pagare lo scotto siano solo e soltanto i cittadini. Richiesta inaccettabile. E’ per questo che la Regione Marche è al fianco dei Comuni che domani scenderanno in piazza per protestare contro i tagli indiscriminati ai servizi”. Così il presidente della Regione Marche, Gian
Mario Spacca, alla vigilia della manifestazione dei Comuni marchigiani in programma per domani ad Ancona. “La Regione è con i sindaci che, con la fascia tricolore e in modo bipartisan, dicono no ad un nuovo, pesantissimo sacrificio per le comunità locali – prosegue Spacca – Se sino ad oggi nelle Marche è stato possibile mantenere inalterata la qualità dei servizi per i cittadini, lo si deve solo al senso di responsabilità della Regione e delle autonomie locali: nonostante la precedente manovra finanziaria abbia già assestato un colpo durissimo al nostro bilancio, la Regione Marche ha voluto fermamente, pur con grandissime difficoltà, evitare che il peso dei tagli nazionali ricadesse sulla comunità”. Nel suo messaggio ai Comuni in piazza domani, Spacca ricorda i motivi della protesta. “Il contributo richiesto ora ai Comuni dal Governo nazionale – dice - è pesantissimo: 2 miliardi e 700 milioni di euro per il 2012 e un ulteriore contributo di 300 milioni per il 2013. Gli effetti recessivi sull’economia locale sono facilmente immaginabili. Senza dimenticare l’altro colpo inferto alle autonomie locali con le rilevanti modifiche all’assetto istituzionale dei Comuni con popolazione inferiore a 1.000 abitanti, nelle Marche 45 Comuni su 239, nonché alla disciplina concernente l’obbligo, per i piccoli Comuni, di esercitare in forma associata le funzioni e i servizi fondamentali: nelle Marche 157 Comuni sarebbero interessati da tale norma. La prima Commissione della Conferenza delle Regioni sta approntando, con l’ausilio del Coordinamento tecnico dei referenti regionali, un documento per evidenziare i vari profili di incostituzionalità di tali disposizioni. Restano altri nodi da sciogliere: l’abolizione della partecipazione democratica delle minoranze consiliari, nei piccoli Comuni, crea un vuoto di controllo interno che le Unioni municipali non potranno colmare, avendo rappresentanti eletti in Comuni diversi; le Unioni municipali frammenteranno l’attuale assetto delle Unioni di Comuni e delle Comunità montane. Il momento è molto difficile, questo lo sappiamo e lo abbiamo sempre saputo, bisogna razionalizzare e risparmiare e questo la Regione Marche lo sta facendo non da oggi, con impegno e fermezza. Ma scaricare per l’ennesima volta responsabilità e onere di contrastare la crisi proprio sulle autonomie locali e le Regioni, gli unici artefici della riduzione della spesa pubblica in Italia negli ultimi anni, questo no, non vogliamo e non possiamo più accettarlo”. |