Marche: Polemiche sulle sedi del coordinamento di Area Vasta |
|
|
|
Giovedì 08 Settembre 2011 20:18 |
“Le funzioni di programmazione e di indirizzo sono proprie del Consiglio regionale, quelle di gestione sono prerogativa della Giunta. Nell’individuazione delle sedi delle Aree vaste territoriali il presidente e la Giunta hanno puntualmente esercitato le proprie prerogative, per cui le polemiche di queste giorni sono senza alcun fondamento”. Il presidente della Regione, Gian Mario Spacca, risponde così alle considerazioni sulle sedi delle Aree vaste. “Quanto al merito – prosegue – ricordo, per chi
ancora non se ne fosse accorto, che Fabriano e Fano già da due anni erano sedi del coordinamento di Area vasta, ma non abbiamo mai ascoltato una parola contro questo dato di fatto nell’ultimo biennio. Nella sostanza, poi, a chi parla di Ancona penalizzata, rammento che il capoluogo è già sede dell’Asur e di ben due aziende ospedaliere. Trasferire la sede dell’Area vasta da Fabriano ad Ancona avrebbe quindi contrastato contro il principio, da sempre seguito dalla Giunta regionale, di policentrismo e della distribuzione dei servizi sul territorio. Inoltre, Fabriano - prosegue Spacca – è una comunità che sta soffrendo duramente per una crisi industriale senza precedenti che tocca oltre tremila famiglie. Questa città ha oltre il 50% degli addetti impiegati nel settore privato, essendo sprovvista di attività istituzionali e servizi amministrativi pubblici, pur contribuendo più di altre, con una quota rilevantissima di tassazione, al finanziamento del sistema dei servizi regionale”. “Le polemiche sono pretestuose – conclude il presidente – perché la sanità è materia attribuita alla Regione e non ai Comuni. Il deficit pauroso dei conti sanitari delle Marche degli anni passati, che abbiamo ora risanato, è proprio da attribuire ai campanilismi comunali che hanno pesato nella gestione delle Zone territoriali falcidiandone i bilanci e non sempre per corrispondere ai bisogni dei cittadini. Se le prerogative del presidente e della Giunta, se le competenze specifiche della Regione venissero messe in discussione sarebbe un fatto politico gravissimo, che potrebbe indurre anche a riflettere sui ruoli e sulle modalità di rappresentanza e di responsabilità dei vertici regionali”. |