Marche: Con il Censimento il via alla “conta” dei marchigiani |
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Domenica 09 Ottobre 2011 20:03 |
Anche nelle Marche, a partire da oggi, si può compilare il questionario del Censimento 2011, scegliendo fra tre modalità di riconsegna: via Internet utilizzando la password stampata sulla prima pagina del questionario recapitato a casa. Chi non ha accesso al web, può restituire i questionari compilati presso gli uffici postali e i centri comunali di raccolta, senza alcun costo e ricevendo una ricevuta. Le famiglie che risiedono nei Comuni con meno di 20mila abitanti possono restituire il questionario
compilato entro il 31 dicembre 2011, quelle residenti in Comuni con popolazione compresa fra 20mila e 150mila abitanti entro il 31 gennaio 2012, infine le famiglie residenti in Comuni con più di 150mila abitanti hanno tempo fino al 29 febbraio 2012. Ma dal 21 novembre scendono in campo anche i rilevatori comunali e quindi le famiglie che a quella data non hanno ancora restituito il questionario possono consegnarlo a loro. Ulteriori informazioni si possono trovare nel sito "Censimento Popolazione" dell'Istat. E' obbligatorio per i cittadini rispondere, e rispondere "correttamente". Chi non ottempera a questo obbligo, fissato dal decreto legislativo del 1989 n. 322, incorre in una sanzione amministrativa che può andare da un minimo di 206 euro a un massimo di 2.065. Le multe vengono emesse solo se, dopo una procedura di accertamento, si rileva che il rifiuto a rispondere alle domande è netto e "consapevole". Stesso trattamento è previsto per chi volontariamente risponde in modo errato alle domande, col rischio così di alterare i risultati della rilevazione. Tuttavia, la normativa in vigore prevede che i cittadini possano rispondere o meno alle domande che riguardano dati sensibili. Dal canto suo, l'Istat ha l'obbligo della riservatezza dei dati personali raccolti nel Censimento. Infatti, l'Istituto nazionale di statistica è tenuto a rispettare il segreto statistico e il segreto d'ufficio. I dati raccolti possono essere utilizzati solo per fini statistici e non possono essere comunicati ad altre istituzioni o persone, se non elaborati e pubblicati sotto forma di tabelle e in modo tale che non sia possibile alcun riferimento a persone identificabili. Il rispetto del segreto statistico si inserisce nella più ampia tutela dei dati personali prevista dal Codice in materia di protezione dei dati personali. Al di là di questi obblighi di legge, l'Istat sottolinea che "in 85 anni di attività non è mai venuto meno il rispetto della riservatezza delle informazioni raccolte". Guardando alla storia dei 150 anni di Italia unita, nel 1861 i cittadini residenti erano 26 milioni, maschi in testa con oltre il 50 per cento e le femmine appena sotto, con il 49 per cento. I bambini fino a 5 anni rappresentavano il 13 per cento della popolazione, gli ultrasettantacinquenni erano l'1 per cento, mentre il numero medio di componenti per famiglia si attestava a 4,7. E su ogni chilometro quadrato vivevano 87 abitanti. Il primo censimento dell'Italia appena unita scattò la prima istantanea agli italiani. Da allora, decennio dopo decennio è stato composto un puzzle di fotografie che ci racconta la nostra storia. Dieci anni fa, invece, il censimento del 2001 ha fotografato quasi 57 milioni di residenti: donne in testa con oltre il 51 per cento, uomini in diminuzione a circa il 48 per cento. Ridotti anche i bambini fino a 5 anni: al 4,6 per cento. Mentre gli ultrasettantacinquenni erano all'8,4 per cento della popolazione. Quanto alle famiglie, sono risultate assai ben meno numerose di prima: in media 2,6 componenti. Mentre la densità della popolazione italiana è salita a quota 192 abitanti per chilometro quadrato. |