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Home Gazzetta dj Comunicati Marche: Al via il progetto di sostegno alle vittime della tratta e sfruttamento
Marche: Al via il progetto di sostegno alle vittime della tratta e sfruttamento PDF Stampa E-mail
Sabato 07 Gennaio 2012 15:14

Al via il progetto di sostegno alle vittime della tratta e sfruttamentoHa preso il via nei giorni scorsi il progetto “Fuori dalla violenza”, per il sostegno alle vittime di tratta e grave sfruttamento, realizzato dalla Regione Marche in collaborazione con la Comunità Papa Giovanni XXIII e cofinanziato dal Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio. La Regione Marche, attraverso questo progetto, realizzerà per la prima volta su tutto il territorio regionale un intervento organico per contrastare efficacemente la piaga della tratta degli esseri umani,  che costituisce una gravissima  violazione dei diritti umani. Lo scopo è quello di creare una rete regionale tra gli interventi pubblici, del privato sociale e del volontariato, per realizzare programmi di assistenza, protezione e integrazione sociale a favore delle vittime di violenza e grave sfruttamento, che vogliano e riescano a sottrarsi al potere criminale dei soggetti dediti al traffico di persone a scopo di sfruttamento. “Nessuna donna nasce prostituta ma c’è sempre qualcuno che ce la fa diventare. Lo ripeteva sempre don Oreste Benzi – come ricorda don Aldo Buonaiuto, della Comunità Papa Giovanni XXIII - sottolineando che la dignità umana è sempre incompatibile con il prostituirsi. Auspico che questa importante sinergia con la Regione Marche possa realizzare un intervento ancora più incisivo, affinché la nostra regione diventi la prima in Italia nel riuscire a debellare la prostituzione schiavizzata che miete tante vittime tra le donne, anche minorenni”. “La sinergia degli interventi – ribadisce l’assessore regionale alle Pari opportunità, Serenella Moroder, nel sottolineare l’importanza del progetto - è un fattore essenziale per contrastare la complessità di un  fenomeno indegno di una società civile perché la mercificazione  del corpo delle donne schiavizzate offende non solo le vittime ma tutta la collettività, che deve reagire, abbattendo indifferenza e pregiudizi”.

 

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