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Home Centro Cultura Popolare Comunicati Ostra Vetere: Il ricordo del terremoto del 1703 a Porta Nuova
Ostra Vetere: Il ricordo del terremoto del 1703 a Porta Nuova PDF Stampa E-mail
Mercoledì 03 Maggio 2017 17:25

Ostra Vetere Il ricordo del terremoto del 1703 a Porta NuovaAd integrazione del nostro comunicato di Lunedì 01 Maggio 2017 “Ostra Vetere: Una ricerca storica sul terremoto del 1741” (http://www.ccpo.it/centro-cultura-popolare/biblioteca/37887-ostra-vetere-una-ricerca-storica-sul-terremoto-del-1741-) dobbiamo rilevare che già “montenovonostro” aveva fornito notizie integrative su quell’evento sismico, addirittura antedatando l’inizio della serie di scosse non al solo 1704 del nostro comunicato, bensì all’anno precedente 1703, nel quale un violentissimo terremoto si era abbattuto nella zona, come illustrato nel comunicato di Sabato 11 Marzo 2017 “Ostra Vetere: A flagello terrae motus, Libera nos Domine” (http://www.ccpo.it/comunita/montenovonostro/37124-ostra-vetere-a-flagello-terrae-motus-libera-nos-domine). Vi si dice infatti che ci fu un periodo, trecento anni fa, in cui si verificarono dalle nostre parti altri terremoti spaventosi, sempre sull’Appennino, che fecero danni immensi fino a Roma e, soprattutto, anche da noi. Fra il 1703 e il 1741 il terremoto si abbattè inesorabile, provocando morti e distruzioni anche da noi: ne è prova la chiave di volta sull’arco di Porta Nuova all’Ospedale, la chiesa di Santa Lucia spostata dal luogo originale e la chiesa di Santa Croce cui si dovette ricostruire il tetto sfondato, tutti e tre ricostruiti dopo i terremoti di quegli anni. Anche nel vicino Montalboddo (oggi Ostra) la furia del terremoto fece danni tremendi, e gli amministratori dell’epoca, d’accordo con il popolo, istituirono un pellegrinaggio annuale alla chiesa di Santa Maria Apparve per lo scampato pericolo, replica di quello corso in precedente, fra il 1526 e il 1529, per la mortale epidemia di peste che aveva indotto a trasformare in chiesa la primitiva edicola sacra. Lo ricorda una lapide all’interno di quella chiesa che, fra le altre cose, dice: “Nel 1703 Ostra fu liberata dal terremoto e in segno di gratitudine il popolo fece voto di recarsi ogni anno in pellegrinaggio per rendere omaggio alla Vergine. Venne pure fatta dipingere una tela con in atto la Vergine che protegge la città ponendovi una scritta (oggi si trova anche sotto l’attuale immagine) “IN PESTE SANITAS – IN TERREMOTU SECURITAS””. E’ la stessa scritta che compare anche nell’immaginetta sacra oggi in distribuzione presso quel santuario e nei cartigli superiore e inferiore azzurri. Sappiamo così che l’arco di svolgimento di quella serie sismica risale al 1703, venne replicata in numerosi anni successivi fino ad un nuovo tragico evento nel 1741 e si conclude nel 1747, con le violenti scosse riferite dalla studio di Giuseppe Santoni intitolato “Il terremoto del 1741 nel Commissariato di Tomba”. Risale infatti al 1703 la ricostruzione di Porta Nuova di Montenovo, detta anche Porta dell’Ospedale, che conservava in chiave di volta l’antico stemma comunale a sei monti sovrastati dalla croce che partisce la scritta Fides, purtroppo malamente scalpellato per far passare il cavo elettrico di portata per l’illuminazione pubblica del “Girone” e del viale di circonvallazione delle mura occidentali del paese, mentre la data del 1703 è scolpita nella fronte inferiore della chiave, a ricordare la data della ricostruzione dopo il terremoto di quell’anno. Un motivo in più per non prendere alla leggera i fenomeni che stanno travagliando l’Italia Centrale da ormai otto mesi.

da Centro Cultura Popolare

 

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