Ostra Vetere: Una fusione col botto al calor rosso fra tre castelli e un Comune solo |
Giovedì 22 Maggio 2014 19:55 |
L’idillio è durato meno del previsto. L’innaturale fusione fra i tre Comuni di Ripe, Castel Colonna e Monterado esplode sulla stampa addirittura prima che divenga operativa e a ridosso delle elezioni di domenica prossima che porterà all’elezione del primo “sindaco comune” del nuovo Comune di Trecastelli. “Uno e trino”, un per tre, per usare una metafora in questo caso irriverente, ma calzante. E nemmeno “eterno”, perché già la fusione traballa paurosamente. Fatti loro, potrebbe dire qualcuno. E in effetti ognuno a casa propria è libero di fare e disfare ciò che vuole e “montenovonostro” vorrebbe tanto rispettare l’autonomia dei cittadini dei tre Comuni che si sono fusi consensualmente. E’ stato bene a loro, dovrebbe star bene a tutti, “montenovonostro” compreso. Però quel che è successo e sta succedendo non molto lontano da noi non può lasciare indifferente “montenovonostro”. E l’avevamo già spiegato il perché in tempi non sospetti, fin dal 30 dicembre dello scorso anno (http://www.ccpo.it/comunita/montenovonostro/19570-ostra-vetere-ognuno-
e-libero-di-scegliere-a-casa-sua-ma-demolire-casa-propria-ci-pare-una-pessima-scelta), quando già un nostro comunicato titolava “Ognuno è libero di scegliere a casa sua, ma demolire casa propria ci pare una pessima scelta”. E proseguivano indicando i motivi per i quali ci intromettevamo negli affari altrui: “Potremmo risparmiarci questa invasione di campo altrui, se non fosse per il fatto che alcune forze politiche da tempo agitano le “magnifiche sorti e progressive” di questo “tradimento” deliberato. Usiamo la parola “tradimento” non certo con intenti offensivi, ma perché ci sembra il termine migliore per definire la rottura della continuità ideologica che ha presidiato secoli di libertà municipale. E temiamo che l’esempio diventi contagioso: per questo ne parliamo; temiamo infatti che presto possa essere avanzata qualche altra proposta che interesserà anche il nostro Comune. E allora lo diciamo fin da subito che “montenovonostro” intende tener fede ai propri tre principi ideali che campeggiano nel proprio motto: libertà, autonomia, giustizia.”. Non avevamo sbagliato a temere le conseguenze di quella scelta innaturale e infelice e la prova più convincente ci arriva dagli ultimi fatti di cronaca. Ieri due dei tre sindaci (anzi, ex sindaci, per loro scelta) si sono ribellati all’infelice connubio e si sono dimessi polemicamente contro il terzo collega che, pur essendo “ex” come loro due, si è candidato per essere il nuovo sindaco “uno e trino”. E lo hanno fatto con il botto: hanno scritto una comunicato di fuoco che troneggia su tutta la stampa locale e regionale con ripercussioni che saranno certamente clamorose. Qualunque sia la motivazione vera di questa “ribellione”, una cosa è certa. Sono stati loro tre a spingere per questo connubio innaturale, forti della loro ideologia totalizzante (sono tutti e tre di sinistra). Ma adesso non sanno più stare nemmeno al loro gioco e rovesciano il tavolo addirittura prima di aver iniziato la partita. Potrebbe esserci dimostrazione più convincente del totale fallimento di una “fusione al calor rosso”, per usare un termine da fonderia metallurgica? Quei tre hanno sbagliato e ora litigano alle spalle di tre comunità vittime di un clamoroso errore politico, ideale, civile e storico: vittime di sé stessi. Purtroppo le vere vittime sono i cittadini: infatti proprio ora Poste Italiane ha comunicato che cambierà anche i codici di avviamento postale dei tre ex Comuni, mentre tutti i cittadini dovranno cambiare anche tutti i documenti: carte di identità, patenti, certificati, catasto, ecc. ecc. Sono stati bravi e previdenti, quei tre litigiosi litiganti, che pretendono ciascuno di aver adesso ragione mentre litigano, così come pretendevano di aver ragione prima, quando sembravano d’accordo? E’ questo l’aspetto più sconcertante della situazione: personaggi di sinistra pretendono sempre di avere ragione, sempre. Sia quando impongono una scelta sbagliata, che quando annunciano il “contrordine compagni!”. E poiché abbiamo purtroppo anche noi una amministrazione di sinistra, come purtroppo ce l’hanno anche i Comuni limitrofi, temiamo che anche da noi possa essere proposta una simile “fusione”. E’ questo che spaventa “montenovonostro” perché, come aveva già scritto nel comunicato del 30 dicembre dell’anno scorso: “Non si rende giustizia alla propria storia sacrificando l’autonomia locale che priva i compaesani della libertà di disporre di sé stessi. Non si rende giustizia ai propri meriti delegando ad altri la gestione della quotidianità municipale. Non si venga a dire che questo discorso sa tanto di campanilismo, a noi che pure abbiamo il campanile più alto delle Marche: non è per mal concepito “campanilismo” che “montenovonostro” difende il proprio campanile, che campeggia anche nel suo simbolo: no. Non difende il “campanile”, ma l’autonomia e la libertà. Sta in questo la vera giustizia. Non ce ne vogliano i ripesi, o i monteradesi e i castelcolonnesi, che ora non sanno nemmeno più come si chiameranno: forse trecastellani se non trecastellesi. Sono fatti loro. Noi sappiamo bene, invece, come vorremmo continuare a chiamarci: montenovesi. E difenderemo la nostra libertà municipale. Per senso di giustizia verso novecento anni di autonomia paesana”. Consigliamo ai nostri lettori di tornare a leggere quel comunicato (http://www.ccpo.it/comunita/montenovonostro/19570-ostra-vetere-ognuno-e-libero-di-scegliere-a-casa-sua-ma-demolire-casa-propria-ci-pare-una-pessima-scelta). A leggere e a riflettere su che cosa potrebbe presto capitare anche a noi, se non ci fosse “montenovonostro” a vigilare.
da montenovonostro |
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