Ostra Vetere: Comuni ridotti alla furbizia. E tu, Memè, che fai per l'IMU agricola? |
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Venerdì 09 Gennaio 2015 21:53 |
Per evitare salassi fiscali e tariffari, i Comuni ormai stanno facendo i salti mortali. Più di un mese fa l’avevamo detto il 4 dicembre: “IMU in scadenza per una tassa odiosa e il Comune che fa?” (http://www.ccpo.it/comunita/montenovonostro/24704-ostra-vetere-imu-in-scadenza-per-una-tassa-odiosa-e-il-comune-che-fa). Tra le peripezie più spregiudicate, in questi giorni, sta facendo discutere il progetto del sindaco PD di Travo, Comune piacentino di
2mila abitanti in Valtrebbia, che ha annunciato di voler spostare la sede del Municipio in una frazione per pagare meno tasse. “Il governo dice che dobbiamo pagare l’Imu sui terreni agricoli, che spesso sono abbandonati, franosi e con un dissesto idrogeologico irrisolto. Per questo sarebbe una beffa pagarci anche le tasse”, ha spiegato il primo cittadino PD Lodovico Albasi. Il governo ha diviso la tassa in tre fasce, per di più in base all’altitudine. “Travo è a 200 metri sopra il livello del mare, così ho deciso di spostare il mio Comune in una località poco distante, ma sopra i 600 metri. Ne ho già parlato al segretario comunale, basterà cambiare lo statuto e ne avremo un consistente risparmio”. Nelle casse comunali, infatti, con questo spostamento, potrebbero rimanere circa 180mila euro. In questo modo il Comune di Travo verrebbe riposizionato dal palazzo di piazza Trento, in paese, alla piccola frazione di Scarniago, verso Bobbiano. Un espediente, quello di superare i 600 metri di quota, che permetterebbe di aggirare le norme previste dal governo Renzi, che indicano come spartiacque per non pagare l’Imu sui terreni agricoli proprio l’altitudine. L’idea è di quelle che potrebbe presto estendersi ad altre amministrazioni dopo l’eliminazione dell’esenzione dal pagamento dell’Imu per i terreni agricoli con determinate caratteristiche. “Non siamo i soli ad aver pensato a questo estremo rimedio – ha concluso Albasi – visto che addirittura un piccolo comune toscano (Fivizzano, sulle Alpi Apuane, in provincia di Massa Carrara) ha dato avvio all’iter per procedere allo spostamento della casa comunale”. Il Comune di Fivizzano che conta ben 94 frazioni con una popolazione di 8250 abitanti, e’ stato tra i primi Comuni d’Italia a sollevare il problema dell’Imu sui terreni agricoli: “Io ho subito scritto a Renzi il 9 dicembre – spiega il sindaco PD di Fivizzano Paolo Grassi – per metterlo al corrente che il taglio per il nostro Comune di 116 mila euro, tra l’altro già operato, può avere effetti devastanti per il bilancio di un ente così piccolo. E’ inaccettabile il comportamento di uno Stato che impone senza alcun confronto scelte così pesanti. Ora si pone il problema dell’impossibilità di abrogare completamente il decreto perché dall’operazione sono stati ottenuti 350 milioni di euro che sono già stati impegnati a copertura parziale del bonus degli 80 euro. Chiediamo quindi al governo di trovare una soluzione. Io l’ho già trovata: vado a Sassalbo e porto il Comune dai 326 metri di altitudine agli 860 metri nella sede del Parco nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano”. Di fronte a simili prese di posizione viene da chiedere al nostro sindaco: “E tu che fai, Memè, per metterci al riparo dalla scempiaggine del Governo Renzi fai come i tuoi colleghi e porti il Municipio sulla punta del campanile, o lo sposti in fusione ad Arcevia, oppure al contrario (orribile a dirsi) farai pagare l'IMU agricola ai nostri contadini?”. Bell’esempio di giustizia contributiva di questa sinistra.
da montenovonostro |