Ostra Vetere: Deriva autoritaria o democrazia |
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Lunedì 23 Marzo 2015 22:22 |
"Si chiama democrazia il sistema in cui chi è legittimato decide. Il sistema in cui nessuno decide si chiama anarchia", ha detto oggi Matteo Renzi durante il suo intervento alla School of Government della Luiss. "Chi è legittimato a decidere non è un dittatore – ha insistito - perché se non prende decisioni consegna il Paese alla palude". E ancora: "Decidere, se legittimati a farlo, è democrazia. Tradisce la fiducia chi passa il tempo a vivacchiare senza che l'Italia abbia le riforme necessarie". Poi il “leader maximo” ha continuato con una frecciata: "Deriva autoritaria è il nome dato alla pigrizia di professori e commentatori". Rimangono impresse nella memoria queste sfrontate parole, soprattutto a “montenovonostro” che giusto lunedì della scorsa settimana, il 16 marzo 2015, aveva paventato “i futuri sviluppi di una deriva antidemocratica” (http://www.ccpo.it/comunita
/montenovonostro/26233-ostra-vetere-dove-sta-andando-lautonomia-locale-). Certo Renzi non rispondeva oggi a noi. Ma noi rispondiamo a lui, confermando tutte le preoccupazioni espresse in quel comunicato a difesa dell’autonomia locale. Ci spaventa l’improntitudine di chi brandisce l’assoluta necessità delle riforme (quali?) per rimettere in carreggiata l’Italia, anzi, per “cambiare” l’Italia. Che ci siano molte cose da cambiare ne siamo convinti anche noi. Ma non sono le forme, bensì la “sostanza” che deve essere cambiata. L’Italia gira male non perché è “fatta male”, ma perché è “mal governata”, perché a decidere è una classe politica che definire “inadeguata” appare solo frivolezza: ben altri termini si potrebbero e dovrebbero usare. In primo luogo deve essere cambiata l’essenza spirituale del “potere”, tutto proteso a “comandare” anziché a “servire”. E’ certo che chi ci governa o amministra oggi “comanda”. Ma non ci “serve”, se non ci ascolta. Andando indietro nel tempo, le parole pronunciate oggi da Renzi assomigliano tanto alle tiritere “decisioniste” di craxiana memoria: anche Craxi voleva cambiare l’Italia e l’ha cambiata: basta vedere come è finita vent’anni fa la cosiddetta prima Repubblica. Anche “buonanima” faceva più o meno gli stessi discorsi e si è visto che fine ha fatto l’Italia una settantina di anni fa. Tutti i “decisionisti” fanno sempre gli stessi discorsi roboanti: vogliono “cambiare” e in effetti “cambiano”. Il problema è il “come”. Ci sono tanti “modi” di cambiare, quando è giunta l’ora. Ed è vero che chi ha l’autorità per farlo deve esercitare il suo potere. Ma ci sono modi determinati e modi autoritari per farlo. E la differenza sta nella declinazione aggettivale del sostantivo “autorità”, che può essere declinato in “autorevole” o “autoritario”. Cambiare in modo autorevole è quando il cambiamento è necessario e condiviso. Cambiare in modo autoritario è quando il cambiamento non è nemmeno necessario e tantomeno condiviso. “montenovonostro” è favorevole alla prima declinazione e contrario alla seconda. E ci pare proprio che le parole di Renzi risuònino con le stesse declinazioni craxiane e mussoliniane, cioè autoritarie. Sarà perché sono o erano tutti e tre “socialisti”?
da montenovonostro |