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Home Comunità montenovonostro Marche: Ha vinto il cambiamento? Ma quando mai
Marche: Ha vinto il cambiamento? Ma quando mai PDF Stampa E-mail
Lunedì 01 Giugno 2015 17:12

Marche Ha vinto il cambiamento Ma quando mai“Roma locuta, causa finita” dicevano gli antichi per tagliare corto a ogni recriminazione. Potremmo modificare un po’ la sentenza scrivendo che “Marcae locutae, causa finita”: le Marche hanno parlato, le chiacchiere stanno a zero. I marchigiani hanno deciso, l’esito (del voto) è assodato: Luca Ceriscioli del PD, con il 41,1% dei voti è il nuovo Presidente della Regione Marche. L’ex sindaco di sinistra di Pesaro guiderà l’amministrazione marchigiana per i prossimi x anni. Abbiamo scritto “x” e non “5”, perché non si sa che cosa succederà nel futuro prossimo della Regione. A dar retta alla proposta presentata lo scorso anno sia alla Camera che al Senato da parlamentari del PD (il deputato del PD Roberto Morassut e il senatore, anche lui del PD, Raffaele Ranucci) per passare da 20 a 12 Regioni, le Marche dovrebbero essere smembrate: la provincia di Pesaro passerebbe all’Emilia Romagna e le altre Province marchigiane (compresa la nostra di Ancona) passerebbero con l’Abruzzo (http://www.ccpo.it/comunita/montenovonostro/27278-marche-referendum-su-regione-forte-e-unita-oppure-smembrata). In questo caso, che cosa ci farebbe un Presidente “emigrante” in Romagna con una Regione “meridionalizzata” sarebbe difficile da intuire. Ma la fantasmagorica improntitudine della politica (quella con la “p” ovviamente minuscola) rimedierà all’arcano. Al solito. E ai soliti modi: c’è sempre spazio per una nuova riforma “riformata” in questa nostra povera Italia. Vedremo. Intanto una cosa è certa: anche in futuro (almeno quello prossimo fino alla prevista riforma o deforma) sarà il PD a governarci, come al solito. Ciononostante, Ceriscioli gongolante ha subito detto “Ha vinto il cambiamento”. Ma dove vede lui il cambiamento non si sa. Di certo non sul piano politico: la maggioranza sarà ancora di sinistra. Quindi non cambia niente. L’unico cambiamento non è certo politico, ma solo di personaggi: cambia l’uomo. E sarebbe tutto qui il cambiamento? L’unico partito cui ancora eravamo disposti a riconoscere il merito (pure notevole) di essere una formazione politica ideologica nella quale conta(va)no più le idee che gli uomini, era il PD. Ceriscioli ci fa sapere ora che “tutto cambia” anche a sinistra, perché cambia l’”uomo”. E’ questo un principio che è stato praticato nell’ultimo sciagurato ventennio della seconda Repubblica da parte di tutte quelle formazioni politiche dominate da capi-padroni che esponevano ed espongono in bella evidenza il nome del “capo” addirittura sul simbolo: indice incontrovertibile della degenerazione ideologica della “politica per bande”, anziché della “Politica delle Idee”. Peccato per Ceriscioli. La sua è stata una caduta di stile, che per ora vorremmo addebitabile all’euforia del momento della vittoria (ecco, mettiamola così) espressa alla leggera senza adeguata riflessione. Ma non è un bel precedente. Speriamo che, riflettendoci su, corregga il tiro e torni sul terreno solido della ideologia che professa o dovrebbe professare. E farebbe bene a farlo, se non altro per un motivo tutt’altro che secondario: l’esito elettorale non è certo esaltante. Lui governerà la nostra Regione per “x” anni avendo ottenuto la maggioranza schiacciante dei consiglieri (18 su 30) ma senza una maggioranza degli elettori, che si sono fermati solo al 41,1% del voti. E se poi si aggiunge anche un altro dato, ancora più rilevante, che la sua “strabiliante maggioranza consiliare” poggia solo sul molto meno della metà dei voti validi, che sono appena una parte degli effettivi votanti attestati appena al 48,78% degli elettori (cioè nemmeno la metà degli aventi diritto al voto), significa che in realtà il livello di consenso raggiunge molto meno della metà della metà e a malapena il 20% del corpo elettorale. Cioè, solo un elettore su cinque lo hanno votato. E gli altri? A quest’ultima domanda il PD marchigiano e lo stesso Ceriscioli farebbero bene a darsi una risposta convincente. In ogni caso “montenovonostro” lo riconosce come Presidente eletto e gli augura un buon lavoro a favore della intera comunità regionale che dovrà governare, compreso Montenovo. Auguri Presidente.

da montenovonostro

 

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