Già sabato scorso ci eravamo dilungati nel raccontare le magnifiche sorti e progressive del nostro disastrato Montenovo, ridotto al rango di frazione di Montalboddo da una improvvida scelta politico-amministrativa locale, che penalizza prima di tutto l’adeguatezza dei servizi pubblici e sociali e, poi, disonora la nostra quasi millenaria storia di libero Comune. Tutto per supposte “economie di scala”, che sono davvero “supposte”, in tutti i sensi, nel senso cioè che si
suppone, almeno, che si realizzino economie cioè risparmi, anche se non è vero, e poi perché simili scelte imposte dalla politica che purtroppo ormai ci domina sono il frutto di una supponenza cervellotica che non misura nemmeno il rapporto costi/benefici, del quale certa sinistra parolaia si è riempita abbondantemente la bocca quando faceva opposizione, dimenticandosela poi bellamente adesso che “comanda”. Ecco, proprio questo è il punto. La sinistra critica sempre gli uomini soli al comando, finchè non sono quelli loro, a “comandare” da soli. Noi, invece, sosteniamo l’idea che chi amministra non deve “comandare”, bensì “servire”. E c’è una bella differenza fra chi impartisce ordini e chi si mette umilmente in ascolto dei bisogni di tutti. La verità è che chi comanda “non serve”, non solo perché non si mette a servizio della comunità e quindi “non serve”, ma anche perché chi fa così “ non serve proprio”. A cosa serve, infatti, aver ceduto porzioni rilevanti di autonomia municipale se non realizza nemmeno le sbandierate economie di scala, ma addirittura ne moltiplica i costi? Già nell’esempio di sabato (http://www.ccpo.it/comunita/montenovonostro/29039-ostra-vetere-quali-economie-di-scala-in-un-comune-di-8000-abitanti-anziche-3500) l’avevamo detto, Memè, che: “per ritirare un semplice permesso hai fatto fare tanta strada a un disabile, che dovrà addirittura tornarci un’altra volta a ritirarlo la settimana prossima, quando il signor Capitano Comandate l’avrà firmato, bontà sua. Ma ti rendi conto? Due scomodi viaggi fuori paese per un pezzo di carta che avrebbe potuto essere spedito addirittura per posta”. Ora, che è passata una settimana, addirittura oltre il giorno fissato per il ritiro del permesso (che era martedì), un altro scomodo viaggio, di mercoledì (per avere sicurezza che il documento fosse ormai pronto), è servito ad accertare che il permesso non solo non era stato firmato, ma nemmeno si trovava più. Miracoli della “supposta” economia di scala. Scala anche nel senso di scalini: tanti quanti bisogna faticosamente salirne, per giungere all’interno del Municipio di Ostra ritratto nella foto allegata, e sentirsi dire, peraltro dopo lunga attesa in piedi, che no, il permesso non c’era ancora, anzi, non c’era più, non si trovava: perché “forse non è ancora tornato dal protocollo”. Non sappiamo di chi sia quel proto-“collo”. Né che testa ci sia, sopra quel “collo”, per fare un servizio così. Ad ogni modo, non è rimasto altro da fare che tornarsene a casa cercando di economizzare almeno il fegato dal rosume, dopo aver lasciato i recapiti telefonici per essere informati sul se e sul quando sarà rintracciato il misero pezzo di carta così perniciosamente smarrito. Memè, ci vuoi spiegare tu, allora, quali sarebbero queste “economie di scala” tanto dispettose? Ma non vantare ancora sulle economie di scala da frazionite acuta.
da montenovonostro |