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Home Comunità montenovonostro Ostra Vetere: Il senso vero e quello distorto del Comune in comune
Ostra Vetere: Il senso vero e quello distorto del Comune in comune PDF Stampa E-mail
Giovedì 24 Settembre 2015 19:45

Ostra Vetere Il senso vero e quello distorto del Comune in comunePrendiamo spunto da un recente articolo dello scorso 21 settembre, scritto dall’ottimo compaesano Eros De Finis, già consigliere comunale di minoranza del Comune di Ostra Vetere, per la “Gazzetta dj” e intitolato “Per Eros De Finis un Comune in comune”, per concordare sostanzialmente con le sue argomentazioni, a iniziare dal titolo che ha voluto dargli: “Un Comune in comune”. De Finis non sta con “montenovonostro”, né è di “montenovonostro”, ma noi non abbiamo alcuna difficoltà a dare ragione anche a coloro che la pensano diversamente da noi, quando hanno ragione. L’abbiamo fatto addirittura con l’ex segretario nazionale del PD Bersani e con l’attuale presidente del Consiglio Comunale di Fabriano, l’ex PD Pino Pariano, che non la pensano certo come noi. Abbiamo addirittura dato ragione una volta anche al sindaco PD di Ostra Vetere Luca Memè, nonostante le tante e troppe occasioni in cui non possiamo concordare con lui e tantomeno con chi gli prepara i comunicati a suo nome, mettendolo (intenzionalmente?) in difficoltà. Quindi non abbiamo alcuna difficoltà a dare ragione a chi ce l’ha, quando ce l’ha. Che cosa ha detto De Finis? Basta leggere quel suo articolo (e invitiamo i lettori a cliccare sul seguente link: http://www.ccpo.it/gazzetta-dj/comunicati/29066-ostra-vetere-per-eros-de-finis-un-comune-in-comune) per comprendere le sue giuste considerazioni. Non le stiamo qui a ripetere, visto che tutti possono leggerle direttamente cliccando il link riportato più sopra. Vogliamo però segnalare un paio di passaggi: nel titolo e nella trattazione. Dice De Finis nel titolo: “Un Comune in comune” per indicare la strada maestra di ogni buon compaesano, che deve sentire il proprio Comune, appunto, “in comune”, cioè condiviso con tutti i compaesani. D’altra parte è il nome stesso della istituzione che ne fissa esattamente il concetto: “comune” è tutto ciò che è messo a disposizione di tutti e da tutti condiviso. E’ stata questa l’idea fondante di quell’Autonomia locale nata quasi un millennio fa, strenuamente difesa dal Sindaco Bruno ottocento anni fa davanti al Preside del Presidato contro i poteri imperiali e quelli feudali che volevano sottomettere gli “uomini liberi di Montenovo” e che noi difendiamo strenuamente a distanza di tanti secoli. C’è invece chi (ed è questo il secondo passaggio) pensa che “un Comune in comune” significhi mettere il Comune (il nostro) in comune (cioè cedendolo) ad altri Comuni (per esempio Ostra o Serra de’ Conti o Monterado o Senigallia), come sta facendo l’attuale amministrazione PD. E’ questo il “senso distorto” della sottomissione ad altri dominanti, in un raggelante panorama boreale di dipendenza e di servaggio, al contrario del “senso vero” del radioso concetto dell’Autonomia comunale, che splende alla luce del sole della libertà propria. Vorremmo vedere sempre Montenovo splendere al sole della Liberta, dell’Autonomia e della Giustizia, anzichè intirizzirsi al gelo boreale, menomante e ingiusto, della perdita di Libertà, di Autonomia e di Giustizia che la politica dominante sta preparando per noi e per i nostri compaesani. Ecco la tremenda differenza sostanziale fra il senso vero e quello distorto del Comune in comune.

da montenovonostro

 

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