Ostra Vetere: Questo è un impegno di tutti e un dovere per tutti |
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Lunedì 07 Dicembre 2015 17:13 |
E’ difficile non commentare il silenzio del Presidente del Centro di Cultura Popolare, rimasto in disparte durante la bella cerimonia di consegna del Premio San Giovannino ai Carabinieri della Stazione di Ostra Vetere. Un silenzio rispettoso degli ospiti e soprattutto dei premiati. Il Centro di Cultura Popolare non ha voluto fare polemiche sui tempi e sulla scaletta dell’evento, imposti dalla amministrazione comunale con la giustificazione dei tempi strettissimi della presenza del Prefetto. Non polemizza il Centro di Cultura Popolare e nemmeno lo fa “montenovonostro”, che non commenta il silenzio del Presidente. Ma se anche “montenovonostro” non polemizza su quel
silenzio imposto, tuttavia non può tacere su quello che lo stesso presidente ha detto dopo, quando il Prefetto se ne è andato. E condivide pienamente il discorso che ha fatto, integralmente riportato in uno dei numerosissimi comunicati di saluto per quella importante manifestazione civile, che si può leggere nell’allegato link (http://www.ccpo.it/centro-cultura-popolare/premio-s-giovannino/30174-ostra-vetere-il-discorso-del-presidente-del-centro-di-cultura-popolare-al-termine-della-visita-del-prefetto). Piace a “montenovonostro” la concatenazione logica delle notizie citate e piace soprattutto la considerazione centrale del discorso: Montenovo è sempre stato un paese ospitale fin dagli albori della sua autonomia comunale nel Medioevo, quando accolse i profughi barbaresi nel 1240 che fuggivano l’avanzata dei saraceni mussulmani dello scomunicato imperatore Federico II, quando accolse i profughi toscani perseguitati politici nel Trecento, quando accolse i profughi lombardi e toscani dopo la peste del 1380, quando accolse i profughi schiavoni a metà del Quattrocento che fuggivano l’avanzata dei turchi mussulmani che invadevano i Balcani. Tutto ciò, come condivisa e civilissima pratica che l’esercizio delle opere di misericordia cristiane imponeva e impone tuttora. Piace soprattutto il richiamo a un dovere civile di salvaguardia dell’identità montenovese che, in cambio della generosa accoglienza concessa ai profughi, chiedeva il giuramento di “castellanìa” e cioè la dichiarazione solenne di voler diventare liberi cittadini di Montenovo, impegnandosi a rispettare le leggi e le tradizioni montenovesi e a pagare le tasse esattamente come le pagavano i residenti. Niente di più e niente di meno. Questa era ben lieve imposizione, che tutti i profughi ospitati hanno giurato e rispettato nei secoli. Anche oggi, che Montenovo è chiamato a dare ospitalità a tanti altri profughi fuggiti da paesi lontani, la splendida tradizione di accoglienza e cautela dei nostri antenati è lezione da applicare integralmente: “Sì alla accoglienza, quindi, ma alla condizione che chi viene ci rispetti e rispetti le regole che ci siamo liberamente dati”, come ha puntualmente ricordato il Presidente nel suo discorso, cui ha anche aggiunto “Questo è quello che avremmo voluto dire al Prefetto, visto che è venuto a fare visita a una comunità nigeriana qui ospitata a Ostra Vetere: ben vengano quelli che vengono da fuori, ma siano rispettosi delle nostre tradizioni e delle nostre leggi. Come possiamo indurli ad essere così rispettosi? Grazie all’aiuto dei Carabinieri, che servono a mantenere l’ordine pubblico”. Non ha voluto andare più avanti, il Presidente, per non pronunciare altre parole che, pur necessarie, avrebbero esulato dal contesto della manifestazione. E quello che non ha detto, per encomiabile riserbo, le aggiungiamo adesso noi: se la forza pubblica serve a far rispettare le leggi, il rispetto delle tradizioni non si possono imporre con la forza pubblica, ma con la forza delle idee e degli esempi civili. Solo i compaesani, con il loro dignitoso esempio e con la loro costanza a mantenere vive le proprie tradizioni, possono riuscire a far rispettare la propria identità. Questo è un impegno di tutti e un dovere per tutti.
da montenovonostro |