Ostra Vetere: Appare davvero improvvida e un po’ antidemocratica? |
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Martedì 07 Giugno 2016 18:54 |
E’ successo l’imprevedibile. Giovanna Carolina Zetti, candidata sindaco a Martiniana Po, comune della bassa Valle Po con poco più di 700 abitanti in provincia di Cuneo, è morta domenica intorno alle 9 proprio mentre i suoi concittadini si stavano recando alle urne per votarla. Già sindaco di Martiniana Po dal 2001 al 2011, Zetti è stata anche consigliere della Provincia di Cuneo e ha ricoperto numerosi incarichi nella
locale Comunità montana e in vari enti pubblici del territorio. Nonostante fosse malata da tempo aveva comunque deciso di ricandidarsi a sindaco del suo paese, ricoverata nei giorni scorsi presso l’ospedale di Saluzzo, è morta domenica a 68 anni. Oltre alle condoglianze alla famiglia e all’intera comunità locale, si apre ora un difficile dilemma: le elezioni svolte hanno o no subito una alterazione nella ordinaria espressione del voto? Le operazioni elettorali sono proseguite regolarmente, ma l’affluenza è calata del 6% per cento rispetto alla volta precedente e ha vinto l’altro candidato con il 70% dei voti. Ma secondo alcuni osservatori subito intervenuti, se non fosse andata così sarebbe stato necessario indire nuove elezioni. Quanto ha quindi pesato sull’esito del voto l’ineluttabilità e il calcolo di opportunità? Un fatto simile è già capitato anche due anni fa, a Zambrone in provincia di Vibo Valentia in Calabria, dove il sindaco Pasquale Lambro appena riconfermato è morto improvvisamente durante i festeggiamenti per la vittoria. Il Comune è stato commissariato e si sono dovute rifare nuove elezioni (http://www.ccpo.it/comunita/montenovonostro/21867-ostra-vetere-tre-esempi-smentiscono-la-legge-elettorale-comunale-improvvida-e-un-po-antidemocratica). L’avevamo già detto e lo riconfermiamo ora: la legge elettorale comunale, che ha cambiato l’impostazione concettuale che vedeva un tempo la supremazia del Consiglio Comunale come depositario del massimo livello del potere amministrativo comunale e da cui dipendeva poi la successiva elezione del sindaco e della giunta, è stata modificata alcuni anni fa attribuendo il massimo livello del potere amministrativo comunale in capo al sindaco, direttamente eletto dai cittadini e con il potere di nominare la giunta, non più eletta dal consiglio comunale, con la possibilità di nomina degli assessori anche al di fuori del consiglio stesso. Da un massimo organo collegiale, si è passati a un massimo organo monocratico. Dalla massima espressione delle democrazia istituzionale in capo a tutti i consiglieri, si è passati al massimo della discrezionalità in capo a uno solo. “montenovonostro” l’ha detto più volte: questo epilogo non gli piace, né gli piace questa legge elettorale. Non è nemmeno d’accordo sulla limitazione per legge del numero dei mandati del Sindaco, perché a decidere il cambiamento devono essere i cittadini con le elezioni, non lo Stato con una legge. Se un Sindaco fa bene e i cittadini lo eleggono ancora, che motivo c’è di cambiarlo. Cambiarlo significa coartare la volontà dei cittadini e questo non appare conforme alla piena attuazione della libertà elettorale e della democrazia. Martiniana Po e Zambrone: sono forse necessari altri esempi per dire, esattamente come ha sempre sostenuto “montenovonostro”, che la legge elettorale comunale attuale appare davvero improvvida e un po’ antidemocratica?
da montenovonostro |