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Home Comunità montenovonostro Ostra Vetere: No a nuove schiavitù
Ostra Vetere: No a nuove schiavitù PDF Stampa E-mail
Sabato 01 Aprile 2017 22:00

Ostra Vetere No a nuove schiavitùIn materia di lavori socialmente utili gratuiti abbiamo scritto al sindaco: “Ostra Vetere, 1 aprile 2017 Protocollo: 20170401NS Oggetto: No a nuove schiavitù. Al Sindaco del Comune di 60010 Ostra Vetere (AN). Ci è stato segnalato che il Comune di Ostra Vetere sta utilizzando immigrati in lavori di manutenzione stradale, senza sapere a quale titolo. Già sull’inserimento degli immigrati in lavori socialmente utili, nella modalità volontaria (o addirittura obbligatoria) gratuita, prevista dal decreto legge cosiddetto “Minniti” dal nome del ministro proponente, ci siamo espressi duramente con i nostri due precedenti comunicati di Mercoledì 29 Marzo 2017 dal titolo “Dall’Italia: Oddiomamma, migranti-Minniti buona legge, per questo non piace?” (http://www.ccpo.it/comunita/montenovonostro/37387-dallitalia-oddiomamma-migranti-minniti-buona-legge-per-questo-non-piace) e di Giovedì 30 Marzo 2017 con il titolo “Dall’Italia: Per i seguaci del martire Pietro che non hanno niente da dire” (http://www.ccpo.it/comunita/montenovonostro/37402-dallitalia-per-i-seguaci-del-martire-pietro-che-non-hanno-niente-da-dire-), sulla scorta dei principi dettati dall’articolo 1 della Costituzione e dalla Dottrina Sociale della Chiesa” che postula “Il diritto all'equa remunerazione e distribuzione del reddito”, come di seguito riferito:

 

302 La remunerazione è lo strumento più importante per realizzare la giustizia nei rapporti di lavoro.659 Il « giusto salario è il frutto legittimo del lavoro »; 660 commette grave ingiustizia chi lo rifiuta o non lo dà a tempo debito e in equa proporzione al lavoro svolto (cfr. Lv 19,13; Dt 24,14-15; Gc 5,4). Il salario è lo strumento che permette al lavoratore di accedere ai beni della terra: « il lavoro va ricompensato in misura tale da garantire all'uomo la possibilità di disporre dignitosamente la vita materiale, sociale, culturale e spirituale sua e dei suoi, in relazione ai compiti e al rendimento di ognuno, alle condizioni dell'azienda e al bene comune ».661 Il semplice accordo tra lavoratore e datore di lavoro circa l'entità della remunerazione non basta per qualificare « giusta » la remunerazione concordata, perché essa « non deve essere inferiore al sostentamento »662 del lavoratore: la giustizia naturale è anteriore e superiore alla libertà del contratto.

303 Il benessere economico di un Paese non si misura esclusivamente sulla quantità di beni prodotti, ma anche tenendo conto del modo in cui essi vengono prodotti e del grado di equità nella distribuzione del reddito, che a tutti dovrebbe consentire di avere a disposizione ciò che serve allo sviluppo e al perfezionamento della propria persona. Un'equa distribuzione del reddito va perseguita sulla base di criteri non solo di giustizia commutativa, ma anche di giustizia sociale, considerando cioè, oltre al valore oggettivo delle prestazioni lavorative, la dignità umana dei soggetti che le compiono. Un benessere economico autentico si persegue anche attraverso adeguate politiche sociali di ridistribuzione del reddito che, tenendo conto delle condizioni generali, considerino opportunamente i meriti e i bisogni di ogni cittadino.

Ne consegue l’obbligo morale per chiunque, Comune di Montenovo compreso, di rifiutare ogni forma di brutale sfruttamento del lavoro umano non retribuito e ogni forma di schiavitù, comunque camuffata. Su questo punto nessuno può transigere, tantomeno chi dovrebbe richiamarsi ai principi di solidarietà ed equità sociale, quali i politici nazionali e gli amministratori locali. Abbiamo già detto, e lo ripetiamo anche qui, che ogni ipotesi di sfruttamento dell’uomo sull’uomo, che pure dovrebbe ben essere presente a chi un tempo si professava di sinistra e ha ormai smarrito intenzionalmente la retta strada di casa, non può essere assolutamente tollerata. Tantomeno se ne può fare promotore lo Stato italiano e gli enti territoriali, men che meno il nostro Comune di Montenovo, che non può essere piegato da nessuno a complicità schiaviste e da negrieri, neppure dagli attuali amministratori di sinistra. Montenovo non può tollerare pratiche schiaviste e negriere contro cui lottò strenuamente fin dalla sua costituzione, perfino contrapponendosi agli esordi, nel 1240, allo scomunicato imperatore ghibellino Federico II e alle sue milizie teutoniche e saracene e contro il coevo “servaggio feudale”. Non può e non deve Montenovo tornare indietro di ottocento anni di intransigente difesa della giustizia, dell’autonomia e della libertà comunale, che nessuno può tradire per nessun motivo. Il lavoro è sacro e va adeguatamente retribuito. Nessuno ardisca costringere qualcuno a lavorare gratis. Nemmeno i migranti. Noi diciamo no a nuove schiavitù. Si pensi invece a trovare doverosamente lavoro alle nostre imprese e ai nostri lavoratori, come abbiamo ripetutamente e inutilmente chiesto tante volte. Sarebbe gravissima e intollerabile ogni pratica di “progetti di lavoro socialmente utili volontari (o addirittura obbligatori) gratuiti” postulati dal ridetto decreto “Minniti”. Non sono infatti “lavori socialmente utili”, ma “lavori socialmente iniqui”. Per questo chiediamo di sapere a quale titolo sono stati occupati i predetti immigrati citati all’inizio, sulla base di quale progetto, con quali mezzi finanziari remunerati e con quali modalità e importi, con quali garanzie sindacali. Non sarebbe infatti tollerabile che proprio il nostro paese fosse ridotto dagli attuali amministratori a corresponsabile di orrende pratiche da neo-liberismo sfrenato e immorale, che di fatto reintroducono forme larvate o palesi di sfruttamento o, peggio, di schiavitù. Si rimane quindi in urgente attesa della richiesta documentazione che fughi ogni corresponsabilizzazione amministrativa locale, dalla quale comunque prendiamo fin da ora ogni debita distanza, in simili temute orrende compromissioni anticostituzionali, antisindacali, antisociali, oltre che gravemente immorali. montenovonostro”. E speriamo che nel frattempo, in attesa di risposta, il Comune non venga piegato a farsi complice dei negrieri, mentre noi diciamo forte e chiaro No a nuove schiavitù.

da montenovonostro

 

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