Ci scrive accorato un nostro lettore. "MA che Società è questa e chi l' ha ridotta così! Credo che definire il degrado della nostra Società sia impossibile a meno di usare termini che sfiorino l’ oscenità. Vedere questa povera Italia, vanto di una storia quasi unica che ci ha portato ad un alto grado di cultura e imprenditoria, in pochi anni perdere la propria identità di Paese una volta ai primissimi posti della sfera economico-culturale, mi lascia il peso e la responsabilità, per mia parte, di non avere reagito in tempo. Sento miei coetanei non riconoscersi più in questa Italia di “magnacciari” dove il potere è sinonimo di denaro, egoismo e ignoranza. Una Italia in mano a ladri e cialtroni dove parole come fratellanza, liberta, uguaglianza sono diventate inconcepibili; c’è da rimpiangere il passato dove DC, PCI e PSI, pur con forti contrapposizioni, avevano un concetto molto lontano dal PD, FI e Lega odierni. Caro montenovonostro, sei rimasto tu che ci permetti
di leggere e ragionare sui tuoi scritti la domenica quando puntualmente arrivano in tarda serata. E’ un po’ rivivere quei tempi lontani quando i problemi sociali, anche i più disparati, venivano presi in considerazione parlandone con serietà ed onestà intellettuale da “signore galantuomo”, appunto, che non accetta mai di scendere in ovvietà e che dà a Cesare quel che è di Cesare. Ti sento ogni settimana infaticabilmente, sul tuo giornale, chiedere e richiedere, a chi ha il dovere istituzionale di dare risposte di interesse pubblico, senza ottenere risposte. La tua lodevole pazienza e la tua giusta ostinazione sono la speranza di poter tutti ritornare a quel linguaggio, che in altri tempi ha permesso a borghesia e proletariato di riuscire, comunque, a dialogare e a fare crescere l’Italia. Lungi da me l’ adulazione; lo dico perché la mia vetusta età me lo impone ricordando un tempo in cui i valori sociali e culturali erano formanti e fondanti. Ma che Società è quella di oggi! Un caro saluto. Un lettore". Ha pienamente ragione il nostro lettore che lamenta il degrado della nostra società. E lo fa con alte parole di travaglio interiore che gli fanno anche ammettere che questa situazione gli lascia “il peso e la responsabilità, per mia parte, di non avere reagito in tempo”. Ha ragione su tutto, per quello che dice e sulle considerazioni che esprime. Davvero questa è una società che raggela. Raggeliamo anche noi, seppure non ci sentiamo ugualmente responsabili di non aver reagito in tempo. Non possiamo sentire questa responsabilità, noi, che ventisette anni fa abbiamo detto subito cosa si stava parando davanti, mentre siamo stati costretti a fare più di un passo indietro, spintivi da chi ha pensato anche allora di dover anticipare le “rottamazioni” che da qualche altra diversa parte qualcuno forsennatamente ancora propone e impone. L’avevamo detto subito, allora, che si stavano parando momenti brutti da lì in avanti e dei quali fin da allora rifiutavamo le conseguenze, mentre chi nell’ombra aveva tramato ci spingeva fuori dal “gioco”. Non abbiamo reagito, allora, in tutta umiltà, salvo promettere che ci saremmo comunque rivisti vent’anni dopo. Trascorso i quali abbiamo atteso ancora che qualche solone saccente dimostrasse quanto davvero valeva. Ma non s’è visto nessuno. E così, raccogliendo ancora umilmente i cocci sparsi, da quasi cinque anni abbiamo ricominciato a ri-costruire una presenza, critica e forse troppo, ma mai incattivita, né offensiva. Ma doverosamente critica, come la situazione richiede ormai, anche per quel che dice il nostro lettore, con una sistematicità che anche lui ci riconosce “ricordando un tempo in cui i valori sociali e culturali erano formanti e fondanti”. E’ vero, senza “valori” non si va da nessuna parte, perché tutti sono capaci di rottamare, demolire e distruggere, ma ben pochi a pensare, progettare e costruire. Ed è quello che vogliamo fare adesso, prima che sia troppo tardi. Abbiamo bisogno di tutti per farlo. Abbiamo lanciato un appello ai giovani fin dallo scorso Lunedì 03 Luglio 2017 con il comunicato intitolato “Ostra Vetere: Non fatevi rubare un’altra volta il futuro” (http://www.ccpo.it/comunita/montenovonostro/38833-ostra-vetere-non-fatevi-rubare-unaltra-volta-il-futuro). Era indirizzato a tutti i giovani, a quelli che lo sono anagraficamente e a quelli che tali sono rimasti nel cuore e nell’anima. Quindi anche al nostro lettore, che pure dichiara la sua vetusta età, ma è rimasto giovane dentro. Dacci una mano e dalla anche a questa nostra terrificante società perché, per quanto brutta possa essere, è anche l’unica che abbiamo e per la quale vale ancora la pena di impegnarsi per farla tornare a splendere radiosa come merita.
da montenovonostro |