Ostra Vetere: Non solo l’Egitto rivuole la Stele di Rosetta, adesso anche la Grecia rivuole i marmi del Partenone |
Lunedì 05 Dicembre 2022 18:55 |
Appena tre giorni fa avevamo dato notizia che l'Egitto rivuole la Stele di Rosetta, il prezioso reperto archeologico che consentì all’archeologo Champollion di decifrare la lingua dei geroglifici degli antichi faraoni, collocata al British Museum di Londra dove era stata acquisita nel 1802 (http://www.ccpo.it/centro-cultura-popolare/comunicati/68534-ostra-vetere-quanti-danni-fecero-i-nicola-brunetti-con-la-statua-di-traiano). Oggi compare sulla stampa una nuova clamorosa notizia. Anche la Grecia vuole la restituzione dei preziosi fregi del Partenone. I Frontoni del Partenone sono due complessi scultorei che decoravano il tempio di Atena Partenos nell'Acropoli di Atene in marmo pentalico, considerati capolavori di Fidia e della scultura greca classica. Tra il 1801 e il 1804 i marmi del Partenone vennero acquistati da Lord Elgin, che pagò i governanti ottomani, e li trasportò in Inghilterra, dove vennero esposti a partire dal 1816 anch’essi nel British Museum (https://it.wikipedia.org/wiki/Frontoni_del_Partenone). Le richieste provenienti dall’Egitto e dalla Grecia, ovviamente, non sembrano trovare d’accordo il British Museum, che dice di aver acquistato legittimamente i reperti. Sono tuttavia numerosi, specie negli ultimi tempi, i complessi museali
che hanno restituito preziosi reperti ai Paesi da cui provenivano sulla scorta di un principio incontrovertibile che afferma “come sia diritto fondamentale degli egiziani e dei greci poter fruire della propria storia”. Un principio sacrosanto, che ci trova perfettamente d’accordo. Con una ulteriore specificazione: “il diritto fondamentale degli egiziani e dei greci deve valere anche per gli italiani”, suvvia, siamo tutti mediterranei, no? Perché le due storie illustrate completano la triade con la celebre stata dell’imperatore Traiano ritrovata alle Muracce dal mezzadro Nicola Brunetti nel 1841, acquistata per quattro soldi dall’allora sindaco montenovese altro Nicola Brunetti che se la portò a casa fin quando non si dovette sfondare la porta del suo palazzo un giorno che lui era assente e portare la statua in Municipio, da cui però l’intraprendente sindaco Nicola Brunetti riuscì a farsela ridare con il compiacente assenso di funzionari statali e potette così venderla a mercanti d’arte bolognesi, che infine la rivendettero a un altro museo, stavolta non britannico ma svizzero, il Musee d’Art e d’Histoire di Ginevra, dove furono poi rintracciate dal compaesano professore Mario Spadoni, direttore dell’Ospedale romano Forlanini, che, durante una delle sue tante missioni all’estero, si recò a Ginevra e, visitando quel Museo, lesse con grande sorpresa il cartiglio illustrativo della statua che ne indicava la provenienza proprio nel nostro Comune. Tornato in Italia il professore Spadoni portò alcuni depliant illustrativi al Sindaco di allora, Alberto Fiorani, che immediatamente prese contati con il direttore del museo svizzero e incaricò il giornalista Paolo Pierpaoli di redigere il volume della collana di Testi del Centro di Cultura Popolare numero 12 - Paolo Pierpaoli, Ostra Antica, Ostra Vetere (AN) Centro Cultura Popolare, 1983, pp. 169, che il Centro di Cultura Popolare e l’Amministrazione Comunale fecero stampare nel 1985 e distribuire a tutte le famiglie del paese, affinchè si conservasse la memoria storica dell’imperatore tanto legato alla nostra comunità locale. Purtroppo in quello stesso anno le elezioni amministrative elessero sindaco un altro Nicola Brunetti, a completare la triade degli omonimi che tanto si sono prodotti per disperdere il patrimonio culturale locale. Sulla bicentenaria vicenda era intervenuto anche l'ex sindaco Nicola Brunetti per tentare di giustificare le sue omissioni perchè, scriveva, "negli anni ottantacinque-novantanove le prime tre amministrazioni da me presiedute avevano altri problemi prioritari da affrontare" tanto che solo successivamente aveva deciso non di tentare il recupero dell'originale, bensì solo di provvedere alla "realizzazione di un calco della statua dell'imperatore Traiano, che recenti studi avevano identificato con il padre dell'imperatore" (http://www.ccpo.it/centro-cultura-popolare/comunicati/299-nicola-brunetti-risponde-a-qmontenovonostroq). Capito? Per lui la statua di Traiano non era nemmeno di Traiano, ma addirittura del solo padre di Traiano, tanto per minimizzare e sminuire il danno che a suo tempo aveva combinato il predecessore ex sindaco Nicola Brunetti secondo le notizie fornite dall'allora contemporaneo "giornalista" montenovese Francesco Procaccini. E così non c'è ancora pace per il "nostro Traiano", ricordando "Quanti danni fecero i Nicola Brunetti con la statua di Traiano" (http://www.ccpo.it/centro-cultura-popolare/comunicati/279-la-risposta-del-direttore-a-montenovonostro). E mentre noi dobbiamo accontentarci solo di una modesta patacca in materiale plastico, l’amministrazione comunale si disinteressa dell’originale statua dell’imperatore Traiano, al quale il Centro di Cultura Popolare continua a dedicare le sue ricerche storiografiche e a pubblicare altri volumi nella sua collana di testi, come il testo numero 12 - Paolo Pierpaoli, Ostra Antica, Ostra Vetere (AN) Centro Cultura Popolare, 1983, pp. 169 e il più recente testo numero 287 - Alberto Fiorani, La statua di Traiano, Ostra Vetere (AN) Centro Cultura Popolare, 2017, pp. 80. Torneremo ancora sull’argomento.
da Centro Cultura Popolare |
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