Facciamo qualche doverosa premessa, anche se d’acchito potrebbe sembrare estranea all’argomento indicato nel titolo. Allora, diceva la pagina facebook di “Piazza del Gesù, n. 46” (così, testualmente, il nome) del 5 dicembre scorso: “breve inciso: chi disconosce la mediazione come regola fondamentale della politica, in un ambito peraltro come quello costituzionale in cui storicamente è il conservatorismo a farla da padrone, prima o poi ne paga le conseguenze. Questo referendum sia da lezione per tutti, e spinga la politica a un ritorno del compromesso, o del consociativismo,
come strumento di lettura della complessa e frammentaria realtà sociale italiana. Non abbiamo bisogno di uomini della provvidenza soli contro tutto e tutti: la storia ciclicamente si impegna a ridimensionarne il ruolo politico e la narrazione che essi di sè ne fanno”. Era il giorno dopo del celebre refendum che ha sonoramente bocciato la “deforma costituzionale” temerariamente voluta dall’uomo solo al comando (allora). Che infatti si è dovuto dimettere, esattamente come preconizzava su face book “Piazza del Gesù, n. 46”. Ma già prima, ed era il 22 giugno dell’anno scorso, (ecco la seconda premessa) già “montenovonostro”, subito dopo la cocente sconfitta elettorale del PD alle elezioni amministrative in grandi Comuni italiani, con il proprio comunicato intitolato “Ostra Vetere: Perfetta coincidenza con ciò che dice da mesi “montenovonostro”” (http://www.ccpo.it/comunita/montenovonostro/33194-ostra-vetere-perfetta-coincidenza-con-cio-che-dice-da-mesi-montenovonostro) aveva ricordato quanto da mesi e mesi andava dicendo. Esattamente con le stesse parole di un noto giornalista di un noto quotidiano nazionale e cioè che: “Comunali 2016, Renzi è lo sconfitto: il Rottamatore è stato rottamato. La sconfitta di questo turno di elezioni amministrative ha un solo nome: Matteo Renzi. A nulla valgono le giustificazioni, pre e post elettorali, che si trattava di un turno, appunto amministrativo, parziale e separato da valutazioni politiche nazionali. Si votava in grandi città del nord, del centro e del sud: a Roma, a Milano, a Torino, a Napoli. Che queste elezioni avessero una valenza nazionale era perciò inevitabile. Il PD di Renzi ne esce sconfitto”. Due premesse doverose, dopo due sconfitte brucianti e inappellabili. Che giustificano l’interrogativo espresso nel nostro comunicato di Mercoledì 25 Gennaio 2017 “Dall’Italia: Mò come la mettiamo?” (http://www.ccpo.it/comunita/montenovonostro/36442-dallitalia-mo-come-la-mettiamo). Cose tutte che non bastano per spiegare il ritorno odierno del “grande rottamatore-autorottamato”. No, lui insiste e prepara la rimonta, convoca gli “stati generali” e detta le “direttive” per risalire a cavallo e travolgere ancora l’erba della brughiera, nuovo Attila sotto gli zoccoli del cui cavallo non avrebbe più dovuto crescere alcun filo d’erba. Così l’altro giorno a Rimini, non avendo ancora compreso né le cause né gli effetti delle due batoste, in molti hanno dovuto prendere atto che l’assemblea nazionale degli amministratori locali del PD presentava una sala desolatamente dimezzata. Quando la nave affonda, si sa, ognuno scappa tentando di salvarsi come può. E non sempre i primi a scappare sono i migliori, anche se spesso vengono premiati dalla fortuna. Chè è proprio cieca. E infatti in pari data è nato “ConSenso”, il nuovo movimento politico dell’inossidabile D’Alema che chiama alla scissione i nostalgici del PCI (vedi il nostro comunicato di Sabato 28 Gennaio 2017 “Dall’Italia: Una formazione politica guidata da D'Alema?” http://www.ccpo.it/comunita/montenovonostro/36487-dallitalia-una-formazione-politica-guidata-da-dalema), mentre il governatore della Puglia Emiliano pretende il congresso del partito per cacciare Renzi, congresso a cui si stanno candidando non solo rappresentanti della sinistra interna del PD come Speranza, ma anche ex renziani che cercano salvezza dal diluvio, come il governatore della Toscana Rossi. E poi c’è l’amletico Bersani che minaccia di togliere il sostegno a Renzi (ma perché, glielo ha mai dato?) e anche l’ex concorrente Cuperlo frigge in mezzo al guado. E’ chiaro che la situazione sta evolvendo rapidamente e sfocerà in una probabile scissione dell’ex partito della sinistra, che sinistro più non è (almeno in senso politico). E alla domanda conclusiva di “montenovonostro” che il 28 gennaio si chiedeva “quanto seguito potrebbe avere una formazione politica guidata da D'Alema?” i sondaggi odierni rispondono: il 14% dei voti, mentre a Renzi rimarrebbe sono un misero 22%, lui che a Rimini aveva dichiarato trionfante di voler raggiungere quel 40% che l’avrebbe messo al sicuro e che gli avrebbe concesso di avere il potere assoluto. Non sarà più così. Aveva ragione “Piazza del Gesù, n. 46” che diceva: “Non abbiamo bisogno di uomini della provvidenza soli contro tutto e tutti: la storia ciclicamente si impegna a ridimensionarne il ruolo politico e la narrazione che essi di sè ne fanno”. Per la cronaca, “Piazza del Gesù, n. 46” è lo strumento di informazione della vecchia DC che dal 1942 aveva sede a Palazzo Cenci-Bolognetti proprio in quella romana Piazza del Gesù, n. 46, che conserva con arguzia e intelligenza il patrimonio di esperienza di un grande partito che non è più tale, con il rimpianto di molti che ricordano ancora la “prima Repubblica”, che avrà avuto anche tanti difetti ma nessuna presunzione e tanta capacità di mediazione, mentre siamo tutti costretti a prendere atto che è tornato il rottamatore, ma quasi nessuno lo vuole.
da montenovonostro |