Treviso: Visto? Avevamo ragione anche stavolta |
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Venerdì 24 Marzo 2017 16:18 |
“Lo Stato non c’è, d’ora in poi sarò armato”. Stando a recenti sondaggi, ciò sarebbe quello che pensano in molti, ma adesso a dirlo esplicitamente è un giudice, che addirittura lo scrive in una lettera aperta pubblicata sul giornale La Tribuna di Treviso. Così Angelo Mascolo, di professione magistrato trevigiano, annuncia di volersi dotare di un’arma per esercitare il suo “diritto alla difesa”. Una presa di pozione destinata a misurarsi, se non addirittura a scontrarsi, con il dibattito pubblico e politico sulla legittima difesa, proprio nel momento in cui riprendono i lavori parlamentari in materia, fermi da due anni in Commissione Giustizia alla Camera. Il giudice Mascolo, a difesa delle sue dichiarazioni, riferisce un episodio accadutogli qualche sera fa: ha sorpassato una vettura che per tutta risposta ha
cominciato a lampeggiare insistentemente con gli abbaglianti e a inseguirlo con intenti minacciosi. Il giudice è riuscito a raggiungere una pattuglia di Carabinieri, ai quali gli inseguitori hanno detto di averlo seguito solo “per esprimere critiche sul suo modo di guidare”. “Pensa te”, aggiunge il giudice. E così ha preso carta e penna e ha scritto la sua lettera, che diventa un singolare documento sul diritto di dotarsi di una pistola per “legittima difesa” e sulla necessità di girare armati perché "solo chi è in malafede può dire che l'Italia è sicura e siamo tutti fratelli. L'amministrazione della giustizia? Preferisce gli stranieri agli italiani". Questo ha scritto il giudice Mascolo. C’è da dire però che Il magistrato era già finito nel mirino del Consiglio Superiore della Magistratura anche per altre sue esternazioni in difesa di due finanzieri beccati ad accettare orologi da 5mila euro da un imprenditore: "E' un modo per rimanere in buoni rapporti", li aveva giustificati il giudice. Ora è chiaro che, se un giudice fa simili affermazioni, c’è da domandarsi davvero a che punto siamo arrivati, dove è più lo Stato di Diritto e in che mani è finita la Giustizia. Un motivo in più per invocare, come dicevamo Mercoledì 22 Marzo nel comunicato “Dall’Italia: Un periodico controllo di idoneità” (http://www.ccpo.it/comunita/montenovonostro/37282-dallitalia-un-periodico-controllo-di-idoneita), in cui affermavamo: “per chi assolve un compito tanto delicato nella magistratura, a tutela dei diritti di tutti i cittadini sarebbe quantomeno necessario un periodico controllo di idoneità” e, con concetti analoghi, abbiamo ripetuto anche il giorno dopo, l’altro ieri Giovedì 23 Marzo 2017 “Dall’Italia: Solo adesso si muove la Cassazione ma non ancora il Parlamento” (http://www.ccpo.it/comunita/montenovonostro/37297-dallitalia-solo-adesso-si-muove-la-cassazione-ma-non-ancora-il-parlamento). Con quei due comunicati, ma anche con numerosi altri precedenti, riportavamo distinti episodi che coinvolgevano giudici. Oggi analogamente. E certo che siamo preoccupati. Visto? Avevamo ragione anche stavolta.
da montenovonostro |