Il 2 gennaio 2023, con il nostro nuovo articolo di rivendicazione della statua originale di Traiano, dopo altri precedenti, intitolati “Ostra Vetere: Quanti danni fecero i Nicola Brunetti con la statua di Traiano” (http://www.ccpo.it/centro-cultura-popolare/comunicati/68998-ostra-vetere-mensilario-della-rivendicazione-della-statua-originale-di-traiano-il-2-dicembre-2022-), dopo aver fatto la storia del ritrovamento alle Muracce della splendida statua dell’imperatore Traiano descrivendo le peripezie che la legavano a più compaesani tutti chiamati Nicola Brunetti, che tanto si erano dati da fare per farla finire ingloriosamente all’estero presso il Musèe d’Art e d’Histoire di Ginevra in Svizzera, avevamo anche iniziato a informare che la storia sta cambiando e i Paesi originari delle opere d’arte trafugate incominciano a pretenderle indietro, come l'Egitto che rivuole la Stele di Rosetta, il prezioso reperto archeologico che consentì all’archeologo Champollion di decifrare la lingua dei geroglifici degli antichi faraoni (http://www.ccpo.it/centro-cultura-popolare/comunicati/68534-ostra-vetere-quanti-danni-fecero-i-nicola-brunetti-con-la-statua-di-traiano). E da lì la storia si ripete pedissequamente, tanto che il giorno dopo, il 5 dicembre 2022 avevamo dato notizia che la Grecia rivuole i suoi marmi del Partenone di Atene (http://www.ccpo.it/centro-cultura-popolare/comunicati/68579-ostra-vetere-non-solo-legitto-rivuole-la-stele-di-rosetta-adesso-anche-la-grecia-rivuole-i-marmi-del-partenone) e il giorno successivo ancora, il 6 dicembre 2022, avevamo dato notizia che anche Monteleone di Spoleto rivuole la sua biga etrusca (http://www.ccpo.it/centro-cultura-popolare/comunicati/68594-ostra-vetere-non-solo-legitto-e-la-grecia-adesso-anche-monteleone-di-spoleto-rivuole-la-biga-etrusca). E infine anche il caso di Tolentino che rivuole indietro la propria "Venere di Tolentino", il reperto di 12.000 anni fa raffigurante una dea lunare che è la protagonista della mostra di Carlo Gentili al "Politeama Piceno" di Tolentino, ma che è conservata al Museo di Ancona. Ed è quattro. Ora il quinto caso: il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi ha nelle mani il dossier del Lisippo, l’Atleta di Fano dal 1977 esposto al Getty Museum di Malibù ed è tra le opere su cui Sgarbi intende lavorare per cercare di farla
rientrare in Italia. Nonostante la sentenza della Cassazione del 2018 abbia stabilito che l’Atleta Vittorioso appartiene allo Stato italiano, la scultura è ancora nel museo californiano che ha presentato ricorso alla Corte Europea. Il bronzo, recuperato al largo di Fano da un peschereccio, nel 1964, è stato esportato illegalmente fuori dal territorio italiano e nel 1977 acquistato dal Getty Museum. Dopo un lungo percorso giudiziario, iniziato nel 2007 per iniziativa dell’associazione le Cento Città, nel 2018 la Corte di Cassazione ha respinto l’ennesimo ricorso del Getty Museum, ha riconosciuto la proprietà italiana dell’opera e ne ha disposto la confisca. E’ stata avviata una rogatoria internazionale per dare applicazione alla sentenza, ma finora nulla si è mosso. Ora Sgarbi dichiara: "Dobbiamo dialogare con il Getty Museum e avviare un’operazione diplomatica". E siamo così a cinque. Ma basterebbe andare un po’ indietro nel tempo, all’anno 1989, per ricordare il grande moto di protesta popolare sviluppatosi a Pergola per pretendere che suoi “bronzi dorati di Cartoceto” rimanessero nel luogo del ritrovamento fino a murare i locali dove erano stati provvisoriamente esposti. Tale e quale la storia della statua del nostro imperatore Traiano. Ora si muovono tutti per garantire un principio sacrosanto e incontrovertibile che afferma “come sia diritto fondamentale degli egiziani e dei greci nonché degli italiani e di noi montenovesi di poter fruire della propria storia”. Un principio sacrosanto, che ci trova perfettamente d’accordo. E invece, mentre gli altri si muovono fragorosamente e all’unisono, solo i nostri amministratori tacciono, come purtroppo fanno spesso, e sempre quando ci siamo noi di mezzo. Che non demordiamo e rifacciamo di nuovo la storia della vicenda della nostra celebre stata dell’imperatore Traiano ritrovata alle Muracce dal mezzadro Nicola Brunetti nel 1841, acquistata per quattro soldi dall’allora sindaco montenovese altro Nicola Brunetti che se la portò a casa fin quando non si dovette sfondare la porta del suo palazzo un giorno che lui era assente e portare la statua in Municipio, da cui però l’intraprendente sindaco Nicola Brunetti riuscì a farsela ridare con il compiacente assenso di funzionari statali e potette così venderla a mercanti d’arte bolognesi, che infine la rivendettero a un altro museo, stavolta svizzero, il Musee d’Art e d’Histoire di Ginevra, dove furono poi rintracciate dal compaesano professore Mario Spadoni, direttore dell’Ospedale romano Forlanini, che, durante una delle sue tante missioni all’estero, si recò a Ginevra e, visitando quel Museo, lesse con grande sorpresa il cartiglio illustrativo della statua che ne indicava la provenienza proprio nel nostro Comune. Tornato in Italia il professore Spadoni portò alcuni depliant illustrativi al Sindaco di allora, Alberto Fiorani, che immediatamente prese contati con il direttore del museo svizzero e incaricò il giornalista Paolo Pierpaoli di redigere il volume della collana di Testi del Centro di Cultura Popolare numero 12 - Paolo Pierpaoli, Ostra Antica, Ostra Vetere (AN) Centro Cultura Popolare, 1983, pp. 169, che il Centro di Cultura Popolare e l’Amministrazione Comunale fecero stampare nel 1985 e distribuire a tutte le famiglie del paese, affinchè si conservasse la memoria storica dell’imperatore tanto legato alla nostra comunità locale. Purtroppo in quello stesso anno le elezioni amministrative elessero sindaco un altro Nicola Brunetti, a completare la triade degli omonimi che tanto si sono prodotti per disperdere il patrimonio culturale locale. Sulla bicentenaria vicenda era poi intervenuto anche l'ex sindaco Nicola Brunetti per tentare di giustificare le sue omissioni perchè, scriveva, "negli anni ottantacinque-novantanove le prime tre amministrazioni da me presiedute avevano altri problemi prioritari da affrontare" tanto che solo successivamente aveva deciso non di tentare il recupero dell'originale, bensì solo di provvedere alla "realizzazione di un calco della statua dell'imperatore Traiano, che recenti studi avevano identificato con il padre dell'imperatore" (http://www.ccpo.it/centro-cultura-popolare/comunicati/299-nicola-brunetti-risponde-a-qmontenovonostroq). Capito? Per lui la statua di Traiano non era nemmeno di Traiano, ma addirittura del solo padre di Traiano, tanto per minimizzare e sminuire il danno che a suo tempo aveva combinato il predecessore ex sindaco Nicola Brunetti secondo le notizie fornite dall'allora contemporaneo "giornalista" montenovese Francesco Procaccini. E così non c'è ancora pace per il "nostro Traiano", ricordando "Quanti danni fecero i Nicola Brunetti con la statua di Traiano" (http://www.ccpo.it/centro-cultura-popolare/comunicati/279-la-risposta-del-direttore-a-montenovonostro). C’era stato un periodo in cui un altro sindaco; Massimo Bello, aveva esposto una bella gigantografia in piazza della Libertà, ma neanche a dirlo, è stata brutalmente strappata e dispersa dai soliti noti. E mentre noi dobbiamo accontentarci solo di una modesta patacca in plastica, l’amministrazione comunale si disinteressa dell’originale statua in marmo dell’imperatore Traiano, al quale il Centro di Cultura Popolare continua a dedicare le sue ricerche storiografiche e a pubblicare altri volumi nella sua collana di testi, come il testo numero 12 - Paolo Pierpaoli, Ostra Antica, Ostra Vetere (AN) Centro Cultura Popolare, 1983, pp. 169 e il più recente testo numero 287 - Alberto Fiorani, La statua di Traiano, Ostra Vetere (AN) Centro Cultura Popolare, 2017, pp. 80. E anche a ricordare gli anniversari che puntigliosamente si succedono (http://www.ccpo.it/centro-cultura-popolare/comunicati/61379-ostra-vetere-anniversario-riconoscimento-della-statua-di-traiano-il-12-agosto-1865) (http://www.ccpo.it/centro-cultura-popolare/comunicati/66853-ostra-vetere-anniversario-del-riconoscimento-della-statua-di-traiano-il-12-agosto-1865) prima di poter infine tornare a rivedere a Montenovo la “nostra statua di Traiano”, quella vera, quella originale, non la patacca di plastica ora alloggiata nel nostro Museo, cui hanno addirittura cambiato nome. Rimandiamo quella patacca fasulla a Ginevra e pretendiamo la restituzione dell’originale, che è finito lassù da uno dei tanti e troppi Nicola Brunetti succeduti. E’ certo quindi che torneremo ancora sull’argomento.
da Centro Cultura Popolare |