Il 2 dicembre 2022, con il nostro articolo intitolato “Ostra Vetere: Quanti danni fecero i Nicola Brunetti con la statua di Traiano”, dopo aver fatto la storia del ritrovamento alle Muracce della splendida statua dell’imperatore Traiano descrivendo le peripezie che la legavano a più compaesani tutti chiamati Nicola Brunetti, che tanto di erano dati da fare per farla finire ingloriosamente all’estero presso il Musèe d’Art e d’Histoire di Ginevra in Svizzera, avevamo anche iniziato a informare che la storia sta cambiando i Paesi originari delle opere d’arte trafugate incominciano a pretenderle indietro, come l'Egitto che rivuole la Stele di Rosetta, il prezioso reperto archeologico che consentì all’archeologo Champollion di decifrare la lingua dei geroglifici degli antichi faraoni (http://www.ccpo.it/centro-cultura-popolare/comunicati/68534-ostra-vetere-quanti-danni-fecero-i-nicola-brunetti-con-la-statua-di-traiano). E da lì la storia si ripete pedissequamente, tanto che il giorno dopo, il 5 dicembre 2022 avevamo dato notizia che la Grecia rivuole i suoi marmi del Partenone di Atene (http://www.ccpo.it/centro-cultura-popolare/comunicati/68579-ostra-vetere-non-solo-legitto-rivuole-la-stele-di-rosetta-adesso-anche-la-grecia-rivuole-i-marmi-del-partenone) e il giorno successivo ancora, il 6
dicembre 2022, avevamo dato notizia che anche Monteleone di Spoleto rivuole la sua biga etrusca (http://www.ccpo.it/centro-cultura-popolare/comunicati/68594-ostra-vetere-non-solo-legitto-e-la-grecia-adesso-anche-monteleone-di-spoleto-rivuole-la-biga-etrusca). Adesso una nuova puntata: anche Tolentino rivuole indietro la propria "Venere di Tolentino", il reperto di 12.000 anni fa raffigurante una dea lunare che è la protagonista della mostra di Carlo Gentili al "Politeama Piceno" di Tolentino, ma che è conservata al Museo di Ancona (http://www.ccpo.it/centro-cultura-popolare/comunicati/69959-ostra-vetere-recuperati-i-teschi-sottratti-a-fine-ottocento-dallisola-di-inishbofin-in-irlanda-per-ricerche-antropometriche-e-allora-il-traiano). Ed è quattro. Ma non basta, perché ora la cronaca ci informa di un nuovo caso ulteriore: un ingegnere informatico, Jay Stanley, che ha vissuto per 10 anni a Napoli con la famiglia, ha restituito trenta reperti tra vasi e statuette risalenti al periodo tra VI e III secolo a.C. aveva ereditate dal padre. In quel lontano periodo, magari passando da qualche mercatino delle pulci, i suoi genitori devono aver comprato questi oggetti antichi probabilmente senza saperne la provenienza e recuperati nel corso di scavi illegali. Dopo la morte del padre, Stanley li ha ritrovati e ha capito che l'unica soluzione era quella di restituirle, sia per la questione legale che per quella etica. "Non penso che mio padre avesse capito quanto fossero antichi questi reperti - ha dichiarato Stanley, che è rimasto molto stupito dal fatto che risalissero a quasi 3.000 anni fa - ma sarebbe d'accordo con la mia decisione di rimandarli in Italia". E ha aggiunto: "Ora la mia coscienza è pulita". Così ha impacchettato i vasi e le statuette e li ha spediti all'ambasciata italiana a Washington DC che, ovviamente, l'ha ringraziato. Ma basterebbe andare un po’ indietro nel tempo, all’anno 1989, per ricordare il grande moto di protesta popolare sviluppatosi a Pergola per pretendere che suoi “bronzi dorati di Cartoceto” rimanessero nel luogo del ritrovamento fino a murare i locali dove erano stati provvisoriamente esposti. Tale e quale la storia della statua del nostro imperatore Traiano. Ora si muovono tutti per garantire un principio sacrosanto e incontrovertibile che afferma “come sia diritto fondamentale degli egiziani e dei greci nonché degli italiani e di noi montenovesi di poter fruire della propria storia”. Un principio sacrosanto, che ci trova perfettamente d’accordo. E invece, mentre gli altri si muovono fragorosamente e all’unisono, solo i nostri amministratori tacciono, come purtroppo fanno spesso, e sempre quando ci siamo noi di mezzo. Che non demordiamo e rifacciamo di nuovo la storia della vicenda della nostra celebre stata dell’imperatore Traiano ritrovata alle Muracce dal mezzadro Nicola Brunetti nel 1841, acquistata per quattro soldi dall’allora sindaco montenovese altro Nicola Brunetti che se la portò a casa fin quando non si dovette sfondare la porta del suo palazzo un giorno che lui era assente e portare la statua in Municipio, da cui però l’intraprendente sindaco Nicola Brunetti riuscì a farsela ridare con il compiacente assenso di funzionari statali e potette così venderla a mercanti d’arte bolognesi, che infine la rivendettero a un altro museo, stavolta non britannico ma svizzero, il Musee d’Art e d’Histoire di Ginevra, dove furono poi rintracciate dal compaesano professore Mario Spadoni, direttore dell’Ospedale romano Forlanini, che, durante una delle sue tante missioni all’estero, si recò a Ginevra e, visitando quel Museo, lesse con grande sorpresa il cartiglio illustrativo della statua che ne indicava la provenienza proprio nel nostro Comune. Tornato in Italia il professore Spadoni portò alcuni depliant illustrativi al Sindaco di allora, Alberto Fiorani, che immediatamente prese contati con il direttore del museo svizzero e incaricò il giornalista Paolo Pierpaoli di redigere il volume della collana di Testi del Centro di Cultura Popolare numero 12 - Paolo Pierpaoli, Ostra Antica, Ostra Vetere (AN) Centro Cultura Popolare, 1983, pp. 169, che il Centro di Cultura Popolare e l’Amministrazione Comunale fecero stampare nel 1985 e distribuire a tutte le famiglie del paese, affinchè si conservasse la memoria storica dell’imperatore tanto legato alla nostra comunità locale. Purtroppo in quello stesso anno le elezioni amministrative elessero sindaco un altro Nicola Brunetti, a completare la triade degli omonimi che tanto si sono prodotti per disperdere il patrimonio culturale locale. Sulla bicentenaria vicenda era intervenuto anche l'ex sindaco Nicola Brunetti per tentare di giustificare le sue omissioni perchè, scriveva, "negli anni ottantacinque-novantanove le prime tre amministrazioni da me presiedute avevano altri problemi prioritari da affrontare" tanto che solo successivamente aveva deciso non di tentare il recupero dell'originale, bensì solo di provvedere alla "realizzazione di un calco della statua dell'imperatore Traiano, che recenti studi avevano identificato con il padre dell'imperatore" (http://www.ccpo.it/centro-cultura-popolare/comunicati/299-nicola-brunetti-risponde-a-qmontenovonostroq). Capito? Per lui la statua di Traiano non era nemmeno di Traiano, ma addirittura del solo padre di Traiano, tanto per minimizzare e sminuire il danno che a suo tempo aveva combinato il predecessore ex sindaco Nicola Brunetti secondo le notizie fornite dall'allora contemporaneo "giornalista" montenovese Francesco Procaccini. E così non c'è ancora pace per il "nostro Traiano", ricordando "Quanti danni fecero i Nicola Brunetti con la statua di Traiano" (http://www.ccpo.it/centro-cultura-popolare/comunicati/279-la-risposta-del-direttore-a-montenovonostro). C’era stato un periodo in cui un altro sindaco aveva esposto una bella gigantografia in piazza, ma neanche a dirlo, è stata brutalmente strappata e dispersa dai soliti noti. E mentre noi dobbiamo accontentarci solo di una modesta patacca in materiale plastico, l’amministrazione comunale si disinteressa dell’originale statua in marmo dell’imperatore Traiano, al quale il Centro di Cultura Popolare continua a dedicare le sue ricerche storiografiche e a pubblicare altri volumi nella sua collana di testi, come il testo numero 12 - Paolo Pierpaoli, Ostra Antica, Ostra Vetere (AN) Centro Cultura Popolare, 1983, pp. 169 e il più recente testo numero 287 - Alberto Fiorani, La statua di Traiano, Ostra Vetere (AN) Centro Cultura Popolare, 2017, pp. 80. E anche a ricordare gli anniversari che puntigliosamente si succedono (http://www.ccpo.it/centro-cultura-popolare/comunicati/61379-ostra-vetere-anniversario-riconoscimento-della-statua-di-traiano-il-12-agosto-1865) (http://www.ccpo.it/centro-cultura-popolare/comunicati/66853-ostra-vetere-anniversario-del-riconoscimento-della-statua-di-traiano-il-12-agosto-1865) prima di poter infine tornare a rivedere a Montenovo la “nostra statua di Traiano”, quella vera, quella originale, non la patacca ora alloggia nel nostro Museo. Rimandiamo quella patacca a Ginevra e pretendiamo la restituzione dell’originale. E’ certo quindi che torneremo ancora sull’argomento.
da Centro Cultura Popolare |