Per noi del Centro di Cultura Popolare quella di oggi è una giornata importante: Oetzi, 25 anni fa l'ultimo viaggio da Innsbruck a Bolzano il 16 gennaio 1998. Quel giorno ha avuto fine l'ultimo viaggio dell'uomo dei ghiacciai, trasferito da Innsbruck, capoluogo del Tirolo, a Bolzano nel museo appositamente allestito in città esattamente 25 anni fa. Il 16 gennaio 1998 Oetzi effettuò infatti il suo "ultimo viaggio". La mummia divenne velocemente una vera e propria superstar, attirando in questi anni oltre cinque milioni di visitatori. Il trasporto fu scortato fino al passo del Brennero dalla gendarmeria austriaca e alla frontiera fu preso in consegna dalla polizia italiana. Dietro il convoglio un codazzo di fotografi e di cineoperatori degli organi di informazione di tutta Europa. Le speciali norme di sicurezza furono messe in atto dopo che era stata resa nota una lettera della sigla terroristica Ein Tirol, che minacciava provvedimenti nel caso la mummia fosse stata consegnata ''alla forza di occupazione italiana''. La proprietà della mummia, trovata nel 1991, fu contesa fra Austria e Italia e solo una rimisurazione dei confini nella zona del ritrovamento consentì di stabilire che la mummia era stata trovata in territorio italiano. Aveva così termine una lunga contesa fra i due Stati. La Mummia del Similaun o anche uomo del Similaun, uomo dell'Hauslabjoch e familiarmente Ötzi, è un reperto antropologico casualmente rinvenuto il 19 settembre 1991 in Trentino-Alto Adige, in prossimità del confine austro-italiano, ai piedi del ghiacciaio del Similaun a 3213 m s.l.m. Si tratta del corpo di un essere umano di sesso maschile risalente all'età del rame (circa 3300 - 3100 anni a.C) conservatosi grazie alle particolari condizioni climatiche all'interno del ghiacciaio. L'esame degli osteociti colloca l'età
della morte dell'uomo tra i quaranta e i cinquant'anni. In seguito ad analisi effettuata nel 2008 da specialisti del CNR sul DNA mitocondriale della mummia, risultò che il suo ceppo genetico non è più esistente. Inoltre, un'analisi al microscopio condotta nel 2011 dal microbiologo Frank Maixner per l'Istituto per lo studio delle mummie ha stabilito che il penultimo pasto di Ötzi fu a base di carne di stambecco, cereali e bacche, mentre l'ultimo pasto si era supposto inizialmente fosse a base di carne di cervo. In realtà, una ricerca dell'Eurac ha rivelato che si trattava di speck di stambecco. Una mappatura genetica a cura di un gruppo internazionale di Eurac Research accredita alla mummia parentele comuni con gli attuali popoli corsi e sardi. La mappatura ha rivelato l'appartenenza al gruppo sanguigno 0, la predisposizione a malattie cardiovascolari, l'intolleranza al lattosio, la presenza della malattia di Lyme. In occasione del ventesimo anniversario della scoperta, a fine febbraio 2011 viene presentata al pubblico un'accurata ricostruzione dell'Uomo di Similaun. La mummia fu ritrovata dai coniugi tedeschi Erica e Helmut Simon di Norimberga durante un'escursione, compiuta tra il 19 e il 22 settembre 1991 presso il confine italo-austriaco, sullo Hauslabjoch. L'attribuzione del nome Uomo del Similaun o anche Uomo del Hauslabjoch, deriva dal toponimo registrato più vicino al luogo di ritrovamento, appunto il Similaun. Inizialmente si pensò che si potesse trattare di un alpinista scomparso in età recente, tanto che venne attivata la gendarmeria austriaca. Durante il recupero, avviato senza particolari accorgimenti conservativi, furono danneggiate parti del corpo (tessuti esterni, femore sinistro in modo serio e genitali) e dell'equipaggiamento dell'uomo. Il corpo fu inizialmente portato in Austria (Innsbruck) dove fu esaminato da esperti e attribuito a un antico abitante di queste zone, soprannominato in seguito da un giornalista Ötzi – o, con altra grafia, Oetzi – vezzeggiativo derivato dal luogo del ritrovamento (Ötztal nel Tirolo del Nord). In seguito alla determinazione che il luogo di ritrovamento si trovava di pochi metri in territorio italiano, in base a un accordo con la Provincia autonoma di Bolzano e il governo austriaco, la mummia è stata trasferita in Italia, in quanto bene appartenente al territorio italiano. La mummia del Similaun è ora conservata a Bolzano, al Museo archeologico dell'Alto Adige, in un'apposita struttura che mantiene le condizioni di conservazione pur permettendone l'osservazione. Nel 2008 venne effettuata la datazione al radiocarbonio che gli attribuisce un'età compresa tra 5300 e 5200 anni, ponendolo nell'Età del rame, momento di transizione tra il Neolitico e l'Età del bronzo. Si tratta dunque di un antico esemplare mummificato di Homo sapiens. Assieme al corpo furono ritrovati anche resti degli indumenti e oggetti personali di grande interesse archeologico, come un arco in legno di tasso, una faretra con due frecce pronte e altre in lavorazione in legno di viburno, un pugnale di selce, un ritoccatore per lavorare la selce, un'ascia realizzata in rame proveniente dalla Toscana meridionale, dalla quale si evince un'estrazione medio-alta dell'uomo del Similaun, dato che il rame a quei tempi era un materiale pregiato, una perla in marmo, esche e acciarino e uno zaino per contenere questi oggetti. Le analisi hanno evidenziato la presenza di una punta di freccia in selce all'interno della spalla sinistra (penetrata a fondo in direzione del cuore) e alcune ferite e abrasioni (tra cui un taglio in particolare sul palmo della mano destra e un trauma cranico) che portano a ipotizzare una morte violenta piuttosto che per cause naturali, come era stato ipotizzato in un primo momento. La postura innaturale del corpo parrebbe risalire a un tentativo di estrarre una freccia dalla schiena; ulteriori elementi fanno pensare a un gruppo - di cui faceva parte - scampato a un agguato, con probabilmente un compagno che avrebbe trasportato il corpo a spalla fino al luogo della morte. Ora il 25esimo anniversario dell'ultimo viaggio della mummia di Oetsi da Innsbruck a Bolzano il 16 gennaio 1998 è per noi del Centro di Cultura Popolare una grande avvenimento: era la prima volta che uno Stato straniero riparava a un danno culturale insopportabile, restituendo il reperto al proprio luogo di origine. In questi ultimi anni abbiamo dato notizia di tante iniziative, internazionali e nazionali, di rivendicazione dei reperti archeologici trafugati e di cui si chiede ormai con insistenza la giusta e doverosa restituzione. Esattamente ciò che stiamo facendo noi a proposito della "nostra" statua originale dell'imperatore Traiano trafugata dalle Muracce e finita al Museo di Ginevra, come dai seguenti nostri comunicati: “In attesa che si sbrogli l’intricata matassa” dell'8 luglio 2016 (http://www.ccpo.it/gazzetta-dj/comunicati/33433-ostra-vetere-in-attesa-che-si-sbrogli-lintricata-matassa); “Anniversario del riconoscimento della statua di Traiano il 12 agosto 1865” del 12 agosto 2022 (http://www.ccpo.it/centro-cultura-popolare/comunicati/66853-ostra-vetere-anniversario-del-riconoscimento-della-statua-di-traiano-il-12-agosto-1865); “Anniversario della nascita dell’imperatore Traiano il 18 settembre 53 d.C.” del 18 settembre 2022 (http://www.ccpo.it/centro-cultura-popolare/comunicati/67408-ostra-vetere-anniversario-della-nascita-dellimperatore-traiano-il-18-settembre-53-dc); “Quanti danni fecero i Nicola Brunetti con la statua di Traiano” del 2 dicembre 2022 (http://www.ccpo.it/centro-cultura-popolare/comunicati/68534-ostra-vetere-quanti-danni-fecero-i-nicola-brunetti-con-la-statua-di-traiano); “Non solo l’Egitto rivuole la Stele di Rosetta, adesso anche la Grecia rivuole i marmi del Partenone” del 5 dicembre 2022 (http://www.ccpo.it/centro-cultura-popolare/comunicati/68579-ostra-vetere-non-solo-legitto-rivuole-la-stele-di-rosetta-adesso-anche-la-grecia-rivuole-i-marmi-del-partenone); “Non solo l’Egitto e la Grecia, adesso anche Monteleone di Spoleto rivuole la Biga etrusca” del 6 dicembre 2022 (http://www.ccpo.it/centro-cultura-popolare/comunicati/68594-ostra-vetere-non-solo-legitto-e-la-grecia-adesso-anche-monteleone-di-spoleto-rivuole-la-biga-etrusca); “Non solo Egitto, Grecia, Spoleto, adesso anche Tolentino rivuole la sua “Venere dea lunare” del 14 dicembre 2022 (http://www.ccpo.it/centro-cultura-popolare/comunicati/68714-ostra-vetere-non-solo-egitto-grecia-spoleto-adesso-anche-tolentino-rivuole-la-sua-venere-dea-lunare); “Mensilario della rivendicazione della statua originale di Traiano” del 2 dicembre 2022 (http://www.ccpo.it/centro-cultura-popolare/comunicati/68998-ostra-vetere-mensilario-della-rivendicazione-della-statua-originale-di-traiano-il-2-dicembre-2022-); “Anche Fano rivuole il suo Atleta Vittorioso di Lisippo. Ma perché Traiano no?” dell’1 gennaio 2023 (http://www.ccpo.it/centro-cultura-popolare/comunicati/69135-ostra-vetere-anche-fano-rivuole-il-suo-atleta-vittorioso-di-lisippo-ma-perche-traiano-no). Nonostante il turbinio dei comunicati suddetti, a tutt’oggi a noi rimane solo la patacca di plastica anzichè la statua originale in marmo ritrovata alle Muracce. Scegliamo quindi la data del 16 gennaio come anniversario annuale della nostra rivendicazione della statua originale e il 16 di ciascun mese successivo per ricordarne il "mensilario", ovvero anniversario mensile della rivendicazione. Vogliamo che la statua originale dell'imperatore Traiano torni qui da Ginevra, magari restituendogli in cambio la patacca di plastica che ci ha rifilato.
da Centro Cultura Popolare |