Il Centro di Cultura Popolare di Ostra Vetere nella ricorrenza dell’8 marzo, Giornata internazionale dei diritti della donna, vuole ricordare 8 donne montenovesi che hanno contribuito con il loro esempio e il loro impegno civile e ideale a promuovere la nostra comunità locale. In verità la prima, Stamira o Stamura, non è montenovese, ma anconetana, e tuttavia ha ispirato le idee di Libertà, Autonomia e Giustizia praticate da donne e uomini che hanno promosso l’ “epoca dei Comuni”, dalla quale è nato anche il nostro libero Montenovo. E’ stata lei l’eroina della lotta contro il potere imperiale di Federico Barbarossa che aveva assediato il Comune di Ancona, allo stesso modo in cui pochi decenni dopo donne e uomini montenovesi liberarono il Comune di Montenovo dall’assedio del nipote del Barbarossa, lo scomunicato imperatore ghibellino jesino Federico II, sotto la guida del nostro eroico sindaco Bruno e dei suoi 58 indomiti amici, restituendo a noi Libertà, Autonomia e Giustizia a fondamento del nostro libero Comune. Sono tre pilastri ideali che devono continuare a essere difesi anche oggi a Montenovo dall’assedio ideologico di poteri forestieri che rischiano di sottomettere nuovamente il paese, dopo ben 800 anni di Libertà, Autonomia e Giustizia, colpevolmente ridotto all’ombra di se stesso. Un compito arduo, ma tuttavia possibile sull’esempio delle 8 donne di questa rassegna storica declinata al femminile. Che non è certamente completa e allora invitiamo tutti i nostri lettori a segnalarci altri esempi di altre donne montenovesi da celebrare nelle prossime ricorrenze dell’8 marzo.
1 – Stamira o Stamura di Ancona, vedova coraggiosa, si era opposta fermamente al tentativo di invasione dell’esercito imperiale di Federico Barbarossa, già tentato una prima volta nel 1164 e ripetuto poi una seconda volta nel 1173, assediando il capoluogo con un forte blocco terrestre e navale. Dopo 4 mesi di assedio, una sortita anconetana aveva consentito di portare una botte di resina e pece fino a ridosso delle macchine belliche d’assedio, ma era pericolosissimo tentare di incendiarla. La coraggiosa eroina, uscendo arditamente dalle mura, con un'ascia spezzò la botte e le diede fuoco, distruggendo così parte delle macchine da guerra degli assedianti, rimanendo però anche lei uccisa. Grazie a questo suo estremo sacrificio, gli anconetani poterono uscire dalle mura per rifornirsi di cibo e proseguire con successo la resistenza della città (da Boncompagno da Signa, nel Liber de Obsidione Anconae). L’eroico gesto di Stamira, rappresentato nel quadro del pittore anconetano ottocentesco Francesco Podesti, fu di esempio per tutto il movimento autonomista dei Comuni marchigiani sul finire del 1.100, come il nostro Montenovo, che ottenne così finalmente la Libertà, l’Autonomia e la Giustizia statutaria, di cui ancora oggi gode dopo ben 800 anni. Senza Stamira (detta anche Stamura e il suo nome venne tramandato in paese fino agli ultimi decenni, come Stamura Campolucci, Ostra Vetere 24.02.1908 – Ostra Vetere 11.11.1979), nemmeno il nostro libero Comune sarebbe potuto nascere e svilupparsi per secoli (da Alberto Fiorani, p. Rolando Maffoli o.f.m., Il processo del 1252 per l'incastellamento di alcune famiglie barbaresi a Montenovo, Ostra Vetere (AN) Centro Cultura Popolare, 1981, pp. 64. – Allegato 1: 007Barba3Ed_1_2).
2 – Beata Suor Maria Crocifissa Satellico, al secolo Elisabetta Maria Satellico, veneziana, è figura biblica di “donna forte”. Bambina prodigio, ebbe doni di intelligenza, di volontà e di grazia. Era nata il 31 dicembre 1706 a Venezia in Rio della Sensa sul Canal Grande nella parrocchia di Sant’Ermagora e Fortunato. Fu battezzata il 9 gennaio 1707 ed è vissuta con i suoi genitori Pietro Satellico e Lucia Mander nella casa di suo zio materno, Don Francesco Mander. Era un sacerdote e le diede una educazione morale e culturale. Anche se Elisabetta aveva cattive condizioni di salute, aveva una mente acuta e mostrò presto doni speciali di preghiera, musica e canto. La sua infanzia è stata segnata da un forte amore di Gesù crocifisso e una sincera devozione alla Vergine Maria. Nel 1715, ricevette la sua prima comunione e la cresima. Quando Elisabetta crebbe di età, il suo desiderio fu quello di diventare suora clarissa. E disse: "Voglio diventare una suora, e se riesco, io sarò una santa". Credeva che la divina provvidenza le aveva dato un esempio sorprendente: un’altra giovane donna, da Venezia, era entrata nel monastero delle clarisse di Montenovo (Ostra Vetere) per servire con il canto e la musica. Ma a causa di una malattia dovette lasciare il monastero e tornare a Venezia. Allora, Elisabetta, che era ben educata in canto e clavicembalo, vi potè entrare come sostituta di questa. Lei in realtà si occupava dei Poveri (secondo la missione dell’Ordo Sanctae Clarae - OSC) nel loro monastero a Ostra Vetere, dove entrò il 29 agosto 1720, anche se aveva solo 13 anni e 8 mesi. Ma il vescovo diocesano, Pico della Mirandola di Senigallia, si oppose ai desideri della ragazza. Cinque anni più tardi, il 13 maggio 1725, avrebbe compiuto diciannove anni e così ricevere l'abito monastico, grazie al nuovo vescovo, Bartolomeo Castelli. Ottenne così il nome di "Maria del Crocifisso", Maria Crocifissa. Il 19 maggio 1726, emise le promesse. Divenne così responsabile per il canto e il suono dell’organo ed è stata un esempio di zelo spirituale per la comunità del monastero. Dopo la presentazione della sua “promessa”, concentrò tutti i suoi sforzi per soddisfare il suo costante desiderio: diventare sempre più simile a Gesù crocifisso in ogni modo, vivendo secondo i consigli evangelici e in filiale devozione alla Vergine Immacolata nello spirito di Santa Chiara di Assisi. Ha trascorso le sue giornate con la preghiera personale e la preghiera del monastero comune. Aveva una forte devozione alla Trinità e al mistero dell'Eucaristia, che ogni giorno alimenta con la speranza e l'amore, un amore che è stato espresso da una devozione angelica a Dio da san Francesco d'Assisi e santa Chiara e in un fraterno e universale amore per tutti coloro che sono stati redenti dalla croce del Signore. La sua vita nella contemplazione è stata segnata da austerità e penitenza, che l'ha portata sempre più verso il mistero della Croce e a trionfare sopra le tentazioni e le insidie del nemico. Aveva doni soprannaturali e ha vissuto autentici fenomeni mistici, che erano un segno speciale della grazia divina a lei conferito. Ma doveva anche sopportare grandi sacrifici in momenti di malattia e prove spirituali. Inoltre, subiva frequenti attacchi da parte dei demoni, che anche di torture fisiche. È passata attraverso le prove con la grazia di Dio, ma anche mediante guide spirituali sagge. Prima fu il padre francescano conventuale Angelo Antonio Sandreani e poi il predicatore gesuita e suo biografo Giovanni Battista Scaramelli. Maria fu presto eletta badessa del monastero, e venne poi rieletta per altri tre anni. Guardò l'autorità come un servizio d'amore per la comunità, e la esercitò con gentilezza e tenacia, tanto da convincere le altre suore attraverso il suo esempio. La sua posizione le permise anche di esercitare la misericordia verso il prossimo, specialmente verso i poveri. Morì l'8 novembre 1745 a Ostra Vetere, a soli 39 anni, e fu sepolta nella chiesa di Santa Lucia a Ostra Vetere. Il Processo di beatificazione venne iniziato alcuni anni dopo la sua morte, nel 1752. E' stato poi sospeso, ma riaperto nel 1914. Il 14 maggio del 1991, le sue "virtù eroiche" vennero riconosciute e le fu dato il titolo di Venerabilis ("Venerabile"). Il 30 settembre, 1992 le sue reliquie trasferite dalla chiesa di Santa Lucia alla Chiesa di Santa Maria, dove sono state esposte in una teca di vetro. Il 2 aprile 1993 venne firmato da Papa Giovanni Paolo II (1978-2005) il Decreto della Sacra Congregazione che ha approvato un miracolo attribuito alla sua intercessione. Fu beatificata dal Papa il 10 ottobre 1993 a Roma. La sua festa è il giorno della morte l'8 novembre. Il Centro di Cultura Popolare di Ostra Vetere ne ha editato la biografia (vedi 5 - p. Pietro Bussoletti o.f.m., Sulle orme di Santa Chiara, suor Maria Crocefissa Satellico religiosa del sec. XVIII, Ostra Vetere (AN) Centro Cultura Popolare, 1981, pp. 151). Il suo culto è diffuso perfino in Norvegia (http://www.ccpo.it/gazzetta-dj/comunicati/34827-ostra-vetere-oggi-la-festa-della-beata-suor-maria-crocifissa-satellico-onorata-anche-in-norvegia). (http://www.ccpo.it/gazzetta-dj/comunicati/18378-ostra-vetere-oggi-la-festa-della-beata-suor-maria-crocifissa-satellico). (http://www.ccpo.it/centro-cultura-popolare/santo-del-giorno/18757-santo-del-giorno-8-novembre-beata-maria-crocifissa-satellico-clarissa). (http://www.ccpo.it/centro-cultura-popolare/comunicati/40783-ostra-vetere-anniversario-della-morte-della-beata-suor-maria-crocifissa-satellico).
3 – La giovane moglie montenovese, Maria Penna in Sartorelli di soli 25 anni, venne assassinata dal marito violento il 21 Settembre 1830. Fu un caso clamoroso di femminicidio all’epoca. “Descrivo un accaduto che fa ribrezzo = Questa notte è Morta la Moglie di q.to Calzolajo Gius.e Sartorelli d.o Cucco per Nome Maria Penna sua età Anni 25. = Geloso a furore l’ingrato Marito di questo Prete D.n Adreano Ballanti, Notte, e giorno la bastonava a Morte, come infatti così è accaduto; Divulgatosi per il Paese q.to fatto, il nostro Sig.r Podestà Mauruzj, ne fa rapporto al Tribunale di Corinaldo, e fa sospendere la Tumulazione del Cadavere (http://www.ccpo.it/centro-cultura-popolare/miscelanea-veritas/3285-oggi-21-settembre-accadde-pillole-di-storia-montenovese-quando-una-giovane-moglie-venne-assassinata-dal-marito-geloso). Il giorno 22. Venne la Commissione di quel Trib.e, e circa l’ore 21. Fu trasportato nel Osteria, Ove il nostro Chirurgo Corsaletti, co Testimonj fece l’operazione, e trovò nel Utero Morto il Feto, di Mesi trè circa, e il di Lei Corpo tutto lividato, perciò il Marito fù dichiarato innocente, a Causa che era Gravida. Intanto è stato un ottimo esempio, per q.ti Mariti infami, che tengono le Mogli come Bestie, e non come Compagnie” (http://www.ccpo.it/centro-cultura-popolare/miscelanea-veritas/3302-oggi-22-settembre-accadde-pillole-di-storia-montenovese-quando-il-marito-geloso-assassino-della-giovane-moglie-incinta-venne-scagionato). (da Francesco Procaccini, “Miscelanea Veritas” 1815-1840, manoscritto proprietà privata). Nel ricordare la nostra compaesana barbaramente trucidata dal marito violento e impunito per la cavillosità dell’epoca, ci facciamo interpreti anche del pensiero che il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che, durante la cerimonia al Quirinale per 8 marzo, ha pronunciato a difesa delle donne e particolarmente di quelle vittime di femminicidio: “Il Capo dello Stato, durante le celebrazioni al Quirinale per l’otto marzo, ha ricordato i nomi delle prime 12 vittime di quest'anno. "L’anno passato – ha ricordato Mattarella - le donne assassinate sono state 73. E’ un fenomeno impressionante, che scuote e interroga la coscienza del nostro Paese. Un distorto concetto del rapporto affettivo che, non a caso, si trasforma in odio mortale è alla base dei gravi e inaccettabili casi di femminicidio. Una mentalità che, al dunque, è solo possesso, bramosia, dominio e, in fin dei conti, disprezzo". "A distanza di settantaquattro anni dall’approvazione della nostra Costituzione che ha sancito, in via definitiva, l’eguaglianza e la parità tra tutte le persone, senza distinzioni - ha detto ancora il Capo dello Stato Sergio Mattarella - gli orribili casi di femminicidio che reclamano giustizia ci dicono che la legge, da sola, non basta. Che un principio va affermato, ma va anche difeso, promosso e concretamente attuato". "Negli ultimi due secoli le donne sono state protagoniste di importanti rivoluzioni sociali e culturali, sono state, spesso e in diversi ambiti, i motori del cambiamento. Le donne hanno sempre aiutato a cogliere il valore universale e positivo della diversità, della solidarietà, della pace. Rispettare e ascoltare le donne vuol dire lavorare per rendere migliore la nostra società", ha sottolineato il Presidente della Repubblica. da montenovonostro (http://www.ccpo.it/comunita/montenovonostro/59016-dallitalia-mattarella-qil-femminicidio-e-un-fenomeno-impressionanteq)”.
4 – la maestra Chiarina Francoletti (Ostra Vetere 20.01.1924 – Ostra Vetere 26.11.1984) insegnò per lunghi anni presso le Scuole Elementari del paese, promuovendo anche numerose iniziative di carattere civile e sociale. Durante il terribile periodo della seconda Guerra Mondiale 1940-1945, che aveva visto richiamare al fronte anche tanti nostri giovani compaesani, la maestra Francoletti si diede a organizzare il servizio di messaggeria dei pacchi di generi di conforto che le famiglie montenovesi inviavano ai militari al fronte: un modo per far sentire la vicinanza dei congiunti ai nostri giovani militari in guerra. Ma in quel frangente si rendeva necessario anche un altro servizio essenziale nella nostra comunità che faceva ancora registrare un alto tasso di analfabetismo fra la popolazione. Tanti anziani, ma anche gli stessi giovani di allora, erano illetterati: non sapevano né leggere né scrivere. E se anche il postino recapitata lettere dei militari alle famiglie, i familiari non sapevano leggerle. Così la maestra Francoletti si diede a organizzare il parallelo servizio di lettura e scrittura delle lettere fra militari al fronte e familiari in paese. Leggeva le lettere ai parenti illetterati e poi scriveva le risposte ai militari al fronte. Un servizio davvero prezioso di cui molti gliene hanno riconosciuto merito.
5 – La levatrice Leonalda Sabbatini (Ostra Vetere 08.12.1910 – Ostra Vetere 05.11.1985) ha posto l’intera sua esistenza a servizio delle donne del paese nell’esercizio della più femminile delle attività di assistenza sanitaria come ostetrica, chiamata “levatrice” perché “raccoglieva” i neonati nelle doglie del parto di tante generazioni di donne montenovesi, quando ancora l’Ospedale locale non disponeva di un Reparto di Ostericia e Ginecologia. Era allora Leonalda Sabbatini che accorreva su chiamata nelle case delle gestanti del paese. Mentre più impegnativa era l’assistenza alle donne di campagna. Erano i mariti a venire ad avvisare la “levatrice” e a trasportarla con il biroccio (non c’erano auto all’epoca) fin nelle più sperdute case del territorio agricolo, dove l’autorevole levatrice Leonalda disponeva la necessaria assistenza anche sotto l’aspetto igienico-sanitario ed è stata lei a “levare” tutte le generazioni di neonati montenovesi nei lunghi decenni di servizio alle donne-mamme di tutto il Comune.
6 e 7 – Le sorelle Elia Brocanelli e Suor Angelica Brocanelli. Elia Brocanelli (Ostra Vetere 15.12.1925 – Senigallia 13.10.1986) dedicò la sua intera esistenza a servizio della Abbazia di Santa Maria Annunziata di Piazza di Ostra Vetere come perpetua dell’Abate e come insegnante di Dottrina Cristiana alle ragazze e ragazzi del paese. Poi si trasferì a Senigallia presso il monastero delle Suore Clarisse come perpetua del Vescovo Diocesano. Infine si trasferì ancora presso la Casa di Riposo “Clelia Vici” di Arcevia gestita dalle Suore dell’Ordine cui apparteneva la sorella Suor Angelica Brocanelli. Dedicò tutta la sua vita in devoto servizio della comunità parrocchiale e diocesana cui apparteneva.
Sulla sorella Suor Angelica Brocanelli (questo il suo nome di religione, ma nata Aldina Brocanelli, Ostra Vetere 29.05.1927 – Arcevia 27.07.2011) è esaustiva la commemorazione tributatale dall’Ordine Religioso delle Figlie di Maria Santissima dell’Orto, cui apparteneva: “Hortus Conclusus … Emissiones tuae Paradisus, o Maria! V ISTITUTO FIGLIE DI MARIA SS. DELL’ORTO. Il giorno 27 Luglio 2011 ad ARCEVIA il Signore ha chiamato a sé la nostra carissima Sorella Suor Maria Angelica BROCANELLI di 84 anni di età e 64 di Professione Religiosa. Preghiamo perché il Signore l’accolga nel suo Regno. Il nostro fraterno saluto a Suor Angelica. Nella incantevole terra marchigiana, scelta da Maria Vergine per sua dimora; terra benedetta, dove il lavoro e la preghiera si intrecciano per lodare e ringraziare il Signore per quanto dona nella sua bontà a coloro che amano il creato e le sue creature, nacque Suor Angelica il 29 maggio 1927, ad Ostra Vetere. Dalla sua famiglia imparò ben presto l’amore al lavoro e la fedeltà a ciò che è bello e dà la vita. Vivace, attiva sapeva sbrigarsi in ogni impegno che le veniva affidato. Il 15 febbraio 1945 fece il suo ingresso nel Noviziato di Roma, dove portò la gioia dei suoi giovani anni e il desiderio di fare del bene a tutti. Infatti era sempre pronta ad ogni richiesta di aiuto che disimpegnava nel migliore dei modi. Il 12 settembre 1947, a Roma, la Professione religiosa coronò il suo desiderio di consacrarsi per sempre a Colui che l’aveva scelta e l’8 settembre 1953, fece la Professione Perpetua. Suor Angelica si preparò con molto impegno per la sua missione: portare il sorriso della sua carità semplice e nascosta dove c’è il dolore: la videro solerte infermiera negli ospedali di Minturno, Lavagna, Ostra Vetere, Montecarotto e Arcevia, e nelle Case di accoglienza per anziani di Serra San Quirico e Arcevia, luogo in cui vi rimase per oltre 30 anni. La sua opera ricca di carità silenziosa ed efficace era rivolta ai più poveri, ai più sofferenti, in cui scorgeva il volto di Cristo. Nelle case di accoglienza per anziani cercava di donare l’amore che fa sentire a proprio agio le persone che soffrono e con il suo aiuto e la sua parola donava conforto. La forza per tanto donare, l’attingeva nelle lunghe soste dinanzi al Tabernacolo, e qui pregava per tutti, specialmente per i più sofferenti. Il grande amore per la Madonna dell’Orto e per il Padre Fondatore la conducevano quotidianamente “a fare il vero bene”. Amava la sua terra natia e i suoi cari che portava nel cuore e per i quali dedicava la sua preghiera, il suo amore. Nel tempo delle soste estive con loro ricordava i giorni della fanciullezza nel fascino della loro terra ricca di bellezza e di doni. Passano gli anni, il passo si rallenta, le forze cedono, si nutre pochissimo, e Suor Angelica è costretta a limitare i suoi impegni. Lascia il suo lavoro, la malattia incombe, le sorelle l’aiutano e la sostengono, mentre suor Angelica con il suo sguardo buono: ringrazia… Il 27 luglio 2011, nel silenzio di una notte estiva, la Vergine dell’Orto, la conduce nel Giardino Celeste. Cara Suor Angelica, ricordaci ancora! Le tue sorelle”.
8 – La maestra Gualberta Gabriella Guidi Buffarini (Ostra Vetere 30.10.1929 – Senigallia 05.02.2018) fu fiduciaria delle Scuole Elementari e responsabile e del Centro di Lettura, cui venne assegnato il Premio San Giovannino 2009 (http://www.ccpo.it/centro-cultura-popolare/premio-s-giovannino/127-assegnato-il-premio-san-giovannino-2009) con la seguente motivazione: "Per un quarantennio insegnante presso la Scuola Elementare di Ostra Vetere, ha educato generazioni di giovani ostraveterani al rispetto, incitandoli con le parole e l'esempio a conoscere e sapere, per praticare prima i doveri ed essere poi consci tutori dei propri diritti. Con un bagaglio culturale ampiamente superiore all'ordinaria professionalità, è stata Direttrice del Centro di Lettura per lunghi anni a servizio dei ragazzi e dei giovani, Fiduciaria della Scuola Elementare per altrettanti anni, ha lasciato il servizio attivo al termine della carriera, continuando con impareggiabile abnegazione a prodigarsi per la crescita civile, sociale e culturale del paese come Presidente di Seggio Elettorale, Presidente dell'associazione AVULSS a servizio dei malati, Docente dell'Università della Terza Età. Raro esempio di dedizione al paese e al prossimo, è stata per tutti maestra di studi e di vita".
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