C’è chi vede più a lungo e chi non vede fino a quando non batte la bocca. Due modi di vedere. Agli antipodi. E chi vede prima, capisce anche prima. Chi capisce dopo, spesso reagisce con rabbia. Ma è tutta invidia, che nasce dall’accertata inferiorità intuitiva. Già molti mesi fa l’avevamo detto: il fenomeno impressionante dell’immigrazione caotica e incontrollata porta conseguenze tremende. Non è qui da discettare
sul dovere o meno dell’accoglienza. L’abbiamo sempre detto. E’ un dovere morale e civile accogliere e aiutare coloro che si trovano in condizioni di obiettiva difficoltà. E’ un dovere inderogabile. Che valeva ieri come oggi. E abbiamo già altre volte illustrato che Montenovo non si è mai sottratto al dovere di accoglienza. L’aveva già fatto nel Mediovevo, agli albori della sua storia di libero e autonomo Comune: fra il 1240 e il 1252 (quindi poco più di mezzo secolo dall’inizio della sua autonomia municipale) Montenovo aveva accolto una quarantina di famiglie di profughi in fuga dalle distruzioni degli invasori teutonici e saraceni dello scomunicato imperatore ghibellino Federico II: 59 nostri eroici compaesani, guidati dal sindaco Bruno, non temettero l’ira del nipote del Barbarossa e difesero intrepidamente l’Autonomia comunale che altri “rossi” adesso vorrebbero nuovamente strapparci. Fu il primo e documentato caso di “accoglienza” generosa. Ma a un patto: i nuovi arrivati dovettero giurare “castellania”, cioè dovettero giurare pubblicamente sulla pubblica piazza, davanti ai consoli e massari del Comune, di rispettare le leggi comunali o statuti e pagare le tasse come tutti gli altri compaesani. A queste condizioni vennero a casa nostra. Anzi, li aiutammo a trasportare qua le loro cose mentre fuggivano il dominio feudale per correre verso la Libertà, l’Autonomia e la Giustizia che Montenovo avrebbe garantito loro. Non furono gli unici nel Duecento. Seguirono nel Trecento gli esuli toscani (ci sono ancora a Montenovo le vie Fiorenza, Fiorenzuola ora Marulli, vicolo Bianco dai Guelfi e Palazzo De' Medici), e poi esuli dalla Lombardia e dalla Romagna (ci sono ancora famiglie di Lombardi e Romagnoli a Montenovo), nel Quattrocento giunsero gli esuli ragusini e schiavoni anche loro in fuga dagli invasori mussulmani (c’è ancora lo stemma con la mezzaluna calante sul Palazzo Poccianti e ci sono ancora famiglie di Schiavoni a Montenovo), e nel Cinquecento furono accolti i reduci della battaglia di Lepanto contro i mussulmani (c’è ancora l’affresco nel santuario del Santissimo Crocifisso con il prigioniero liberato dalle catene). Accogliemmo tutti, senza distinzioni. Ma a un patto: dovevano giurare di rispettarci e rispettare le nostre leggi, i nostri doveri tributari e le nostre tradizioni. Lo fecero, e vivemmo per secoli d’amore e d’accordo facendo crescere, tutti insieme, il paese e le sue istituzioni civili (il nostro Comune), le istituzioni religiose (le nostre chiese), le nostre attività economiche (le nostre aziende, fabbriche, imprese, laboratori, negozi), le nostre attività sociali (le nostre scuole), i nostri presidi sanitari (il nostro Ospedale), le nostre iniziative assistenziali (il nostro Ricovero), per secoli e secoli, dal Millecento alla fine del Novecento. Poi è venuto il buio, il declino e lo sfascismo. E con questo anche l’obnubilamento delle coscienze e dei principi fondamentali, fino a reintrodurre quello che avevano combattuto per secoli e secoli: la perniciosa nuova forma di schiavitù che sfrutta vergognosamente gli esseri umani e li sottopone a lavoro non retribuito. Peggio della “servitù” sconfitta un secolo fa, peggio della mezzadria, sconfitta mezzo secolo fa, peggio del lavoro nero. Che non siamo mai risusciti a sconfiggere davvero, anzi, che da nero che era, è diventato addirittura “nerone” con l’orrida proposta del “lavori socialmente iniqui gratuiti” e, forse forse, magari anche “obbligatori”. E così è tornato davvero Nerone. È contro questa nuova forma di schiavitù che ci siamo subito battuti con tanti nostri comunicati (Giovedì 30 Marzo 2017 “Dall’Italia: Per i seguaci del martire Pietro che non hanno niente da dire” (http://www.ccpo.it/comunita/montenovonostro/37402-dallitalia-per-i-seguaci-del-martire-pietro-che-non-hanno-niente-da-dire-); ribadendo analoghi concetti con il nuovo comunicato di Sabato 01 Aprile 2017 “Ostra Vetere: No a nuove schiavitù” (http://www.ccpo.it/comunita/montenovonostro/37439-ostra-vetere-no-a-nuove-schiavitu); e con il nostro libro, che alleghiamo nuovamente a questo comunicato, “Da Nerone alle nuove schiavitù” (Lunedì 15 Maggio 2017 - http://www.ccpo.it/comunita/montenovonostro/38098-ostra-vetere-da-nerone-alle-nuove-schiavitu). E abbiamo riconfermato gli stessi principi poco dopo, Lunedì 22 Maggio 2017 con il comunicato “Ostra Vetere: Scriviamo al sindaco per dire no alle nuove schiavitù” (http://www.ccpo.it/comunita/montenovonostro/38204-ostra-vetere-scriviamo-al-sindaco-per-dire-no-alle-nuove-schiavitu), e inviato quel nostro libro "Da Nerone alle nuove schiavitù" anche ai parlamentari, deputati e senatori, e consiglieri regionali marchigiani (Martedì 23 Maggio 2017 “Ostra Vetere: Attendiamo commenti” - http://www.ccpo.it/comunita/montenovonostro/38218-ostra-vetere-attendiamo-commenti). A qualcuno sembrava una esagerazione, una idea peregrina incondivisibile e incondivisa. Poi, però, mesi dopo è arrivato un primo segnale lanciato dalla stampa nazionale che ha preso posizione contro il caporalato e i nuovi schiavi, accusando la “filiera sporca” del cibo, della quale anche Bruxelles sarebbe complice (Lunedì 12 Giugno 2017 “Dall’Italia: Buono solo per Nerone e i suoi ben tardi emuli?” - http://www.ccpo.it/comunita/montenovonostro/38512-dallitalia-buono-solo-per-nerone-e-i-suoi-ben-tardi-emuli). Poco dopo abbiamo salutato soddisfatti le recentissime prese di posizione dei “seguaci del martire Pietro” che non tacciono più e anzi parlano. Papa Francesco, ma anche il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente dei vescovi italiani della CEI, sono stati chiari, indicando: “una visione comune tra Santa Sede e Cei circa il dovere cristiano dell’accoglienza che va sempre fatta secondo i criteri di legge al servizio del bene comune e non degli interessi di chi sulla pelle dei poveri specula” (Giovedì 10 Agosto 2017 “Roma: Condensato nel libro su “Nerone e le nuove schiavitù”” - http://www.ccpo.it/comunita/montenovonostro/39426-roma-condensato-nel-libro-su-nerone-e-le-nuove-schiavitu). Ancora dopo abbiamo avuto il piacere di registrare altre voci che si levavano contro le “nuove schiavitù” e partivano dall’Unione Europea, secondo la quale è proprio l’Italia il paese più a rischio. La proiezione, pubblicata nel report Modern Slavery Index 2017 a cura del centro studi britannico Verisk Maplecroft, si basa soprattutto sull’elevato numero di sbarchi sulle coste italiane (Sabato 19 Agosto 2017 “Ostra Vetere: Doveva essere “montenovonostro” ad aprire gli occhi a tutti sulle nuove schiavitù?” - http://www.ccpo.it/comunita/montenovonostro/39569-ostra-vetere-doveva-essere-montenovonostro-ad-aprire-gli-occhi-a-tutti-sulle-nuove-schiavitu). E’ stata poi la volta della Democrazia Cristiana che Sabato 23 Settembre 2017 con il comunicato del commissario regionale Franco Rosini ha segnalato “Dalle Marche: Il DC Rosini cita Papa Giovanni Paolo II sulla tratta e la schiavitù di esseri umani” (http://www.ccpo.it/comunita/montenovonostro/40089-dalle-marche-il-dc-rosini-cita-papa-giovanni-paolo-ii-sulla-tratta-e-la-schiavitu-di-esseri-umani). Dopo una settimana, Venerdì 29 Settembre 2017, “Siena: Adesso si accorge anche la Magistratura degli immigrati ridotti in schiavitù dai negrieri” (http://www.ccpo.it/comunita/montenovonostro/40177-siena-adesso-si-accorge-anche-la-magistratura-degli-immigrati-ridotti-in-schiavitu-dai-negrieri) e fa arrestare dai carabinieri i negrieri sfruttatori. Tanto che il giorno dopo Sabato 30 Settembre 2017 ci scrive anche da “Firenze: L’onorevole europeo di Forza Italia Paolo Bartolozzi riflette sul fenomeno dell’immigrazione” (http://www.ccpo.it/comunita/montenovonostro/40191-firenze-lonorevole-europeo-di-forza-italia-paolo-bartolozzi-riflette-sul-fenomeno-dellimmigrazione) e per questo gli abbiamo risposto: “Caro onorevole, “montenovonostro” concorda totalmente con le tue riflessioni. Anzi, le ha già anticipate con la serie di comunicati che si elencano in allegato, limitatamente agli ultimi sei mesi, senza indicare anche i numerosi precedenti”. Da ultimo, Mercoledì 01 Novembre 2017 abbiamo preso atto che “Dall’Italia: Non ci eravamo sbagliati a scagliarci contro Nerone” (http://www.ccpo.it/comunita/montenovonostro/40671-dallitalia-non-ci-eravamo-sbagliati-a-scagliarci-contro-nerone) a seguito della risoluzione presentata lo scorso 18 ottobre dal Consiglio Superiore della Magistratura che “racconta quanto la “carne umana straniera” sia preziosa per le mafie. Sia quando si tratta di accoglienza, come dimostrano le interdittive antimafia calabresi nei confronti delle società che stipulano le convenzioni con le Prefetture per ospitare i richiedenti asilo. Sia quando poi i lavoratori stranieri vengono mandati a lavorare nei campi”. E ancora: “Questo rapporto del CSM colpisce perché affronta una emergenza negata. Cioè vissuta “in nero”, le cui contraddizioni non esplodono all’esterno, non diventano di dominio pubblico, non sollecitano una vigilanza dell’opinione pubblica”. E’ vero per tutti, istituzioni, politici, organi di stampa e opinione pubblica. Per tutti meno che per noi, che abbiamo denunciato subito, addirittura molti mesi fa, il rischio della riduzione in schiavitù, pubblicando e diffondendo comunicati e articoli, perfino un libro ripetutamente distribuito in pubblico. Non sono ancora bastate le prese di posizione della stampa, del Papa, dei Cardinale, dell’Unione Europea, della Democrazia Cristiana, della Magistratura, di Forza Italia e del Consiglio Superiore della Magistratura che tutti hanno confermato quello che per primo scriveva “montenovonostro”. Adesso è la volta di una manifestazione pubblica di protesta degli stessi immigrati: stamattina una manifestazione ‘contro ogni forma di schiavitù’ è stata organizzata dalla “Coalizione Internazionale Sans Papier e Migranti” davanti all’Ambasciata della Libia a Roma. “Quanto sta accadendo in Libia – dicono i manifestanti – è la conseguenza delle politiche e degli accordi firmati in questi anni. Per questo chiediamo all’Italia di rivedere l’accordo con la Libia e all’Europa di modicane il Trattato di Dublino“. “Migliaia di migranti – dice un attivista per i diritti umani – sono bloccati in Libia a causa degli accordi che l’Unione Europea e soprattutto l’Italia hanno fatto, pagando uno Stato che non c’è. Pagando quindi chi?, questo è il punto interrogativo”. I manifestanti denunciano anche il saccheggio delle risorse naturali sul continente africano, la corruzione dei dirigenti degli Stati africani e la schiavitù in riferimento alla tratta dei migranti che si consuma in Libia: “In Libia i migranti li stanno vendendo, stanno morendo e questa è una cosa inumana ed intentabile nel ventunesimo secolo. Stiamo tornando indietro di secoli. L’umanità non è in vendita”. E quando quei migranti sono riusciti a venire via dalla Libia si sono ritrovati con il decreto di quello stesso ministro Minniti, che ha firmato gli accordi con le bande armate libiche, che propone loro la nuova forma di schiavitù dei “lavori socialmente iniqui gratuiti”, gli stessi accettati dal nostro Comune con vergogna per ogni coscienza democratica, mentre ancora attendiamo risposta alle nostre pressanti richieste di informazioni e documenti che abbiamo richiesto in proposito. Anche per questi motivi inseriremo nel programma elettorale che stiamo approntando l’impegno a revocare l’atto di accettazione firmato dal sindaco per l’inserimento degli immigrati in “lavori socialmente iniqui gratuiti” che grida vendetta al cospetto di ogni coscienza civile e umana. Naturalmente prima ne parleremo con il sindaco che ha firmato quel progetto, per tentare di trovare una intesa dignitosa e possibilmente concordata, perché noi non siamo “sfascisti”, anche se lui non si è ancora nemmeno degnato di rispondere alla nostra richiesta di documento relativi. Visto? Cosa v’avevamo detto?
da montenovonostro
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